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tristi prospettive

Da Loredana V. @lorysmart

tristi prospettive

 

A scuola ci parlavano di Cincinnnato che, dopo aver salvato la Patria dagli Equi, tornò a coltivare il suo orticello. Non sembra voler fare altrettanto Monti. Il suo governo ha marciato fino ad ora a colpi di fiducia, (34 fino ad ora, un bel record in pochi mesi), lui si propone come l’uomo dellla provvidenza, il salvatore dell’Italia che stava sprofondando nel baratro (oggi invece naviga a gonfie vele, tra fallimenti, disoccupazione, calo della produzione industriale, PIL ridotto sotto zero, entrate fiscali in calo nonostante – o forse a causa – dell’aumento delle tasse, blocco di pensioni e retribuzioni, spread sempre alto anche se la BCE ha acquistato forti quantitativi di titoli, suicidi di imprenditori ed ora anche di lavoratori disoccupati, aumento dei reati legati al patrimonio). Si sussurra che, con l’appoggio del PD, voglia puntare alla Presidenza della Repubblica con un governo a guida PD…

Non è un buon risultato per il “sobrio” professore, che non ha implicazioni di sorta nei bunga bunga, ma che trova comunque le scuse per addossare ad altri alcuni suoi mancati successi. Se lo spread è alto, è colpa delle 3 del rating, (anche se oggi Moody’s ha parzialmente rivalutato l’operato dell’Italia), gli altri interpretano sempre male le sue parole, adesso al meeting di CL, unitamente a Passera, dice che siamo fuori dal tunnel (ma non l’avevo già sentita questa frase? Mah).

tristi prospettive

Casini, che forse sa qualcosa che è negato a noi comuni mortali, è (peri)patetico nel cercare sempre l’approvazione del premier e nel dargli sempre ragione; lo stesso nel non voler dichiarare anticipatamente le alleanze in caso di elezioni. È palese che cerca di volersi proporre come ago della bilancia e di cercare poltrone ottenendo il massimo dei vantaggi dalla sua modesta percentuale. E Fini che addirittura osa presentarsi a Pieve Tesino quasi a volersi “incoronare” a successore di Alcide De Gasperi, senza averne la statura morale ( ricordiamo che lo statista trentino si presentò alla conferenza per la pace con un cappotto rivoltato, l’altro al massimo può voltare gabbana, perché spesso si è contraddetto ed ha cambiato casacca). La differenza è che De Gasperi era uno statista, Fini nemmeno un politico, ma un politicante, che per puro rancore si è dato la zappa sui piedi senza saper proporre nulla di innovativo.

Che ci vogliamo fare…questa, purtroppo, è l’Italia, la nazione dei battibecchi, dei piccoli interessi personali, delle clientele, dei mugugni, delle piccinerie e via dicendo…..



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