Per dire no alle trivellazioni nel mar della Sicilia, Greenpeace ha inscenato una simulazione di disastro petrolifero sulla spiaggia di Mondello
Lo scorso 4 giugno era stato firmato un protocollo di intesa tra la Regione Siciliana e Assomineraria, Eni, Edison e Irminio per lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio presenti nel Canale di Sicilia. Una decisione e un accordo che, senza dubbio, avranno delle ripercussioni per mare, ambiente e paesaggio.
A non condividere l’intesa raggiunta e a voler far riflettere sulle conseguenze delle trivellazioni è stato Greenpeace, che il 4 luglio, ad un mese di distanza dalla firma del protocollo, ha inscenato una simulazione di disastro petrolifero sulla spiaggia di Mondello.
Gli attivisti hanno esposto uno striscione che recitava: ‘Un mare di bugie - Crocetta regala il nostro mare ai petrolieri’, ricordando che ‘solo due anni fa, l'allora candidato alla presidenza della Regione Siciliana firmava il nostro appello contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia afferma Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. E ancora il neo-Presidente nell'aprile 2013, garantiva in un'audizione all'Assemblea Regionale siciliana un immediato sostegno della Regione contro tali progetti. Cosa è successo alla Regione Siciliana? Come mai è passata improvvisamente dalla parte del mare a quella dei petrolieri?’.
Non solo. Greenpeace ha voluto affrontare l’argomento dei rischi legati alle trivellazioni anche a Palermo a bordo della propria nave Rainbow Warrior, chiamando ‘i sindaci della costa siciliana a intervenire per proteggere il proprio mare’.
gc
07-07-2014