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Trivellazioni, i vescovi dell’Abruzzo e del Molise si oppongono: quando interverranno i vescovi lombardi?

Creato il 16 ottobre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

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L’Abruzzo ha saputo unire forze diverse, rappresentative in ambiti diversi, dalla politica alle associazioni alla religione, per far sentire al governo e al Parlamento la propria avversione allo Sblocca Italia, decreto che se convertito in legge faciliterà le trivellazioni e le estrazioni petrolifere, non solo sul territorio ma anche in mare, vicino alla costa, a Ombrina Mare. Hanno partecipato alla manifestazione anche trecento cittadini abruzzesi. Chiaro e deciso il messaggio dei vescovi di Abruzzo e Molise, che chiedono la tutela e la valorizzazione del territorio, per il turismo, l’agricoltura, la produzione di vino, non certo per uno sfruttamento petrolifero che dopo quel che è accaduto in Basilicata non può che preoccupare.

Ma i vescovi lombardi non hanno detto nulla sull’assalto al territorio. Sono stati realizzati stoccaggi di privata utilità e pubblica insicurezza ma del Creato si parla in Abruzzo, non in Lombardia. Il ciellino Scola non dice nulla. Il vescovo di Cremona, che pure in alcuni casi si è pronunciato per la difesa dell’ambiente e della salute, sulle trivellazioni in provincia di Cremona non ha detto nulla di specifico. I cristiani lombardi che cosa pensano? Chi ha creato la Lombardia? Renzi? Comunione e Liberazione? Federacciai? Eni? Enel? Sulla Bibbia non si trovano riferimenti simili.

prendono di nuovo posizione anche i vescovi di Abruzzo e Molise che esprimono «viva preoccupazione» riguardo al riproporsi di progetti di sfruttamento petrolifero. «Ampi territori a vocazione turistica, agricola, vitivinicola, saranno definitivamente snaturati da questa “deriva fossile” nonostante in altre regioni, come la Basilicata, interessate da queste estrazioni, non si siano constatati i promessi miglioramenti nell’economia, né nella occupazione», denunciano i vescovi.
«Non possiamo che esprimere sconcerto per scelte politiche. Invitiamo a desistere da ogni progetto petrolifero e di sfruttamento selvaggio dell’ambiente naturale, richiamiamo alla difesa del Creato. E’ necessaria una democrazia “ad alta intensità”. Ossia una democrazia sostanziale, partecipativa e sociale, quanto mai necessaria ad assumere scelte irrimediabilmente gravi tenendo conto della netta contrarietà che la popolazione abruzzese e molisana, e questa Conferenza Episcopale, hanno più volte espresso».


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