Roba da “Chi” o “Novella Tremila”? No, siamo gente normale e ci godiamo i picchi della nostra timeline di Facebook, passando da uno status all’altro. Uno scherzetto?
“Vedovo/a” è usato ironicamente dai teenager che sanno come metterci una pietra sopra, quando una storia finisce a puttane. Non tiriamola per le lunghe: Morto un Papa, se n fa un altro. “La relazione aperta” esprime l’ambiguità della globalizzazione: Ci frequentiamo, non sappiamo, tanto sesso e rock ‘n’ roll, poi si vedrà. “Impegnato/a” è mettere le mani avanti, ma con discrezione: son cazzi nostri. E poi arriva “fidanzato/a ufficialmente” in cui “l’ufficialità” si colora in base all’area geografica di appartenenza. Nel Belpaese in canottiera e ciabatte sarebbe stato il “festino” di fidanzamento, pasticcini, qualche scatto delle famiglie dei rispettivi consorti che si conoscevano; nel Belpaese social è togliere da mezzo ogni ombra di dubbio.
Insomma questo status fa notizia come una volta accadeva sulle pagine di Grand Hotel, quando le nostre mamme curiosavano nella rubrica dedicata ai cuori solitari. Nell’epoca dello schiamazzo social, la coppia dovrebbe ritrovare fuori dal bunker facebookiano la fragranza del sentimentalismo, in una relazione che non è stata “annunciata”, ma “costruita”. Comunque vada, possiamo fare ancora a meno del benestare altrui, quello codificato nel clamore di “Stanno proprio bene assieme”.