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Troppo sport fa invecchiare precocemente

Creato il 18 agosto 2012 da Mariodini @profmdini

Non solo tempi da record, rincorse, salti, numeri, distanze percorse: da quando è iniziata l’avventura di Londra 2012, l’occhio del circo mediatico mondiale è rivolto agli atleti olimpici – e soprattutto alle atlete – forse più sul fronte della bellezza che su quello dei risultati ottenuti in pista. Si è parlato di quanto facciano sesso i partecipanti ai Giochi, della moda di tingersi le unghie, dei candidati al titolo di miss e mister Olimpiadi. Poi ci ha pensato un articolo (di dubbio gusto, a dire il vero) della testata tedesca Bild, a puntare l’indice sulla scarsa femminilità di atlete non particolarmente attraenti da un punto di vista estetico.

Il rapporto tra bellezza fisica e agonismo ai massimi livelli, insomma, è quanto mai attuale. E l’eccesso di agonismo può rivelarsi controproducente per l’estetica. Non c’è dubbio che la pratica sportiva a livello agonistico, come sta avvenendo per gli atleti olimpici impegnati a Londra comporti conseguenze per l’aspetto fisico, in primis un assottigliamento del tessuto sottocutaneo del viso. Se non fare sport è sicuramente un errore, l’eccesso è altrettanto sbagliato per chi tiene al proprio aspetto. Il rischio è infatti quello di un invecchiamento precoce: lo sforzo fisico continuo cui è sottoposto l’atleta che si allena tutti i giorni è la causa diretta della rugosità dei tratti.

Non va bene né il poco sport, dunque, né il troppo sport. Prendiamo ad esempio un atleta che si prepara per le Olimpiadi: il suo viso è destinato a risentirne, perché nel corso del tempo si svuotano di grasso le strutture intorno agli occhi. Più ci si sforza alla ricerca dell’exploit migliore, tanto più lo scheletro facciale tende a venir fuori. Ciò determina le disarmonie estetiche che in questi giorni stiamo vedendo in televisione. Ci sono discipline che “segnano” il viso e il corpo degli atleti più di altri: è il caso del sollevamento pesi, del pugilato (per i traumi facciali), il ciclismo o la maratona, dove va considerata anche la prolungata esposizione al sole.

Il pericolo è in agguato anche al termine dell’attività: per chi ha interrotto la pratica dello sport a livello agonistico dopo tanti anni, diventa molto facile acquistare peso. Pensiamo a campioni come il nuotatore statunitense Michael Phelps, che hanno bisogno di un fabbisogno quotidiano di 12mila calorie. Dopo anni passati a nutrirsi a questi livelli, abituando lo stomaco a lavorare a tali ritmi, se viene a mancare il modo in cui si consumano le calorie, queste restano e formano massa grassa. (Per saperne di più su come combattere l’obesità  e migliorare la qualità della nostra vita vi rimando al mio sito professionale)

Il rimedio? Uscire dallo sport agonistico in modo graduale, ove possibile, altrimenti ricorrere alla chirurgia estetica. Un intervento può contrastare l’invecchiamento precoce grazie a infiltrazioni di acido ialuronico, al botulino, oppure attraverso la blefaroplastica, il lifting del viso, il lipofilling, la liposuzione e liposcultura.


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