* * * * (4/5)
Ti spiazza. Perché non siamo più abituati alla scrittura impulsiva, perché non amiamo leggere ciò che non possiamo controllare. Nei libri, si vuole trovare l'ordine che nella vita non c'è, delle regole implicite che sono frutto di una tecnica tacitamente assimilata. Se cercate ordine e regole, Trout Fishing in America, che si prende gioco di queste stesse regole, non è un libro per voi.
Al principio, ti spiazza. Per capirlo (ma è così importante capire? A volte non basta solo sentire?) è necessario inquadrarla in quei tormentati e dibattuti anni rivoluzionari, di ribellione generale contro la staticità, anche letteraria. Ogni opera è figlia del suo tempo e Trout Fishing in America è figlia degli anni '60; è, dunque, simbolo di un rifiuto, un grido, un pensiero.Figlia del post-modernismo, quest'opera ne racchiude le caratteristiche. Non pensate di trovarvi di fronte a un romanzo nel senso comune del termine. Di comune non ha nulla. Si tratta di una serie di numerosi, brevi capitoli, quasi fosse una raccolta di racconti, ognuno dei quali introdotto da un proprio titolo. Diversi aneddoti (ricordi, pagine di diario, citazioni, lettere... un marasma di generi insomma), uniti dal filo conduttore della "Pesca alla trota in America". Sebbene manchi una definizione, il significato (ma deve per forza averne uno?) di Trout Fishing in America mi è apparso questo: uno stato mentale, che assume ogni volta forme diverse (una scritta, un hotel, un personaggio...), alla base della confusione e dell'incontrollabile varietà.
Scritto nel 1961, ma pubblicato in seguito ad altre opere, viene spesso considerato un libro astratto. Da una parte, considerate le associazioni di idee che guidano i concetti espressi e le immagini descritte, è vero; eppure, è un romanzo, a mio avviso, molto concreto: concrete sono le immagini descritte, così come gli stessi pensieri, che sembrano assumere consistenza. Basti pensare al titolo: Brautigan esprime uno stato mentale attraverso l'immagine concreta della "pesca alla trota in America".
La significativa passione dell'autore per la poesia può spiegare l'interesse per l'immediatezza, la sintesi, la metafora. Nel periodo in cui scrisse Trout Fishing in America, Brautigan si stava dedicando moltissimo alla poesia, tanto da spingerci quasi a considerare il suo un romanzo poetico, senza trama e senza un vero sviluppo, ma con personaggi che si ripetono e capitoli di rimando, unico legame di aneddoti casuali, popolati da nomi di spicco della storia e della letteratura - riveduti in chiave ironica - e gente comune.
L'ironia è la matrice della sua forza immaginativa. Più di una volta mi ha strappato un sorriso (o proprio una risata, come quando descrive l'acquisto di un paio di scarpe e la possibilità di avere in omaggio un paio di calzini) nel presentare la realtà. Il suo occhio attento è critico, senza mai essere pesante o eccessivo, in grado di catturare l'attenzione con un sorriso o un'immagine, a volte verosimile, a volte quasi fantastica. La dimensione reale e quella immaginaria si fondono in una multiforme realtà fantastica.
Brautigan ha voluto deliberatamente sfidare e stravolgere le convenzioni letterarie, creando un'opera aperta a numerose e diverse interpretazioni, proprio perché portavoce del rifiuto alla chiusura e alle regole.
"I miei libri erano un paio di stivali comprati da Sears
Roebuck e avevano pagine di gomma verde.
La maggior parte delle aule erano vicino alla riva.
Era lì che succedevano le cose più importanti
ed era lì che succedevano le cose migliori".
Sulla copertina
Il capitolo di apertura del libro illustra al lettore la copertina dell'opera, in modo da sottolineare il valore di un elemento che non è più accessorio, ma che si fa, al contrario, partecipe e protagonista. A presentare il libro, nella versione originale non vi erano scritte: nessun nome e nessun titolo a distogliere l'attenzione sul libro in sé e per sé, bensì un'immagine. Per la precisione, si tratta di una fotografia che ritrae lo stesso autore e l'amica Michaela Le Grand, da lui chiamata "la Musa", scattata vicino alla statua di Benjamin Franklin, a San Francisco. In questo modo, come afferma lo stesso Brautigan, tutte le persone che ogni giorno si ritrovano sotto quella statua, si ritroveranno allo stesso tempo davanti al suo libro. Geniale.
L'autore
Una vita travagliata, segnata dall'alcolismo, dall'infanzia difficile e da una famiglia problematica. Richard Brautigan nasce a Tacoma, Washington, nel 1935, per trasferirsi poi a San Francisco, dove inizia la sua carriera da scrittore. Ottenuto un enorme, incontrollato successo dopo la pubblicazione di Trout Fishing in America (nonostante le iniziali difficoltà per pubblicarlo), seguono anni di dimenticanza, fino alla morte come suicida, nel 1984.Possibile ridurre una vita in poche righe? No.