Questa foto vi dirà poco. E' di un annetto fa, lui è uno sposo, aquilano. E' lo sposo del primo matrimonio aquilano del post-terremoto. E perchè finì a Striscia? Perchè con calma (quasi), dignità (tanta), classe (io avrei detto molte più parolacce), mandò a cagare i cronisti. E chi più di tutti si oppose alle rimostranze dello sposo, facendosi portavoce di tutti i giornalisti sciacalli, asserendo che erano lì per diritto di informazione e che lui, lo sposo, non doveva permettersi di insultarli?
Se fate uno sforzo, potreste arrivarci anche da soli, ma non voglio appesantirvi con i dubbi e vi svelo subito la soluzione all'enigma. Era SILVIA VADA
L'intervistatrice di sassi e fiumi, l'intervistatrice di madri coi figli uccisi, la voce di sottofondo nei servizi con sottofondo gli assoli al pianoforto di Ludovico Einaudi e Giovanni Allevi, l'indomita fan del diritto di informazione sempre fuori al tribunale dove si teneva il processo per il diritto di Cogne. Lei, lei e soltanto lei.
Già tempo fa scrissi quattro righe sul ribrezzo che mi scatena la visione di questa donna (oltre alla visione completa di studio aperto, intendiamoci, ma almeno si vede la figa). E fino a poco tempo fa ero convinta che proprio questa donna fosse una delle incarnazioni del male.
Negli ultimi mesi ne ho trovata un'altra.
Disturbata nelle mie abitudini dell'ora di pranzo dalla presenza degli inutili 20 minuti del quotidiano della Pupa e il Secchione che si frappongono fra i cartoni di italia1, mi trovo a fare zapping. Ed eccola che compare, una mezzarossa con le tette costantemente al vento e perennemente scosciata. Che lancia argomenti di profondo interesse (l'integrazione degli immigrati, per dirne una) e ne parla in studio con Sandro Mayer, noto commentatore politico , Angela Melillo, attivista politica , Daniele Capezzone, portavoce del PDL ( anche qui è d'obbligo), Lory Del Santo (che pochi giorni fa ha fatto un pianto per il mezzanino di Scajola, poverino), BISCARDI (giuro, c'era ieri). E lo fa con una tecnica di comunicazione chiarissima: ripete, costantemente le ultime 4 parole dell'ospite che ha appena finito di parlare. ED E' FASTIDIOSISSIMA.
La trasmissione, senza alcun pudore per l'effetto evocativo del titolo, si chiama IL FATTO DEL GIORNO, ed è in pratica un organo di partito. La scosciata invece ci ho messo mesi per risalire al nome, visto che ogni volta che cercavo di fissarlo in memoria una tempesta neuronale cancellava immediatamente l'informazione e la rimetteva nell'oblio, tanta la pelle d'oca che origina, si chiama MONICA SETTA
che talmente bene deve aver fatto il suo lavoro e talmente tanto deve aver spinto il confine della sua scollatura, che le è stata affidata anche la trasmissione che segue Anno Zero.
Minzolini a questa qui fa un baffo.
Non sono una fan delle teorizzazioni del regime, della libertà di stampa, non credo che Silvio sia tutto il male del mondo, o almeno credo che lo sia tanto quanto i giornalisti e i direttori di giornali e tg che si genuflettono e tanto quanto quelli che decidono di affidarsi solo a un mezzo, quando su internet su può trovare di tutto e di tutti i generi.
Però quando vedo la Setta, all'improvviso, al regime ci credo eccome, è un organo di partito, la bocca mi si apre sempre e gli occhi si spalancano. Non è disgusto, non è paura, E' SORPRESA! Non ce la faccio, resto incredula, attonita al nunzio sto, mi chiedo: non è vero che è un programma giornalistico, è satira, di quella fina, di quella che non posso comprendere, di quella che riesce a passare criptica anche contro il rastrello e gli editti bulgari del Silvio Furioso con la Satira.
IO VOGLIO CREDERE...