Si inasprisce lo scontro tra Germania e Grecia sui risarcimenti per i danni di guerra del regime nazista ad Atene.
Il Governo greco, capitanato dal 26 gennaio 2015 dal Premier Alexis Tsipras, ha ufficialmente chiesto a Berlino risarcimenti per 279 miliardi di euro per ripagare i crimini che la Germania nazista, sopratutto negli anni quaranta, avrebbe causato in territorio greco.
Per Atene e l’ufficio di contabilità generale del Paese, questa è la prima quantificazione monetaria del danno e delle barbarie perpetuate dalla regime di Hitler in territorio ellenico.
Non è la prima volta che Tsipras tira in ballo la storia dei risarcimenti.
Il mese scorso il leader di Syriza e Presidente del consiglio greco aveva sollecitato il discorso alla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Era l’ 11 marzo e Atene minacciò la confisca di beni materiali della Germania nel caso in cui Berlino non avesse versato i giusti indennizzi ai parenti
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delle vittime greche durante gli anni del regime nazista di Adolf Hitler.
La somma dei risarcimenti richiesta quest’oggi in commissione parlamentare dal vice ministro dell’economia Dimitri Mardas è molto alta. Curioso è il fatto che l’annuncio di Mardas sia stato fatto a due giorni dalla scadenza della “rata” di 440 milioni di euro che Atene dovrà sborsare nelle casse europee. Scadenza che secondo il ministro delle finanze Yanis Varoufakis verrà rispettata a tutti gli effetti.
Tra i 279 miliardi di euro di risarcimenti richiesti quest’oggi, rientrerebbero anche i 10,3 miliardi di euro di prestiti che i nazisti, in maniera forzata, elargirono alla Banca centrale greca. Il viceministro Dimitri Mardas, che sta indagando sulle cause e sui colpevoli dell’enorme debito pubblico greco (secondo i dati UE dovrebbe scendere a 168% del Pil nel 2015) ha puntato i piedi, affermando un legame tra tale prestito e le cause che avrebbero portato alla situazione economica attuale e allo lo scoppio della crisi del 2010.
I risarcimenti della Germania del 1960.
La Germania in questione era quella Ovest del governo di centro-destra del cancelliere Adenauer. Dall’altra parte Costantino Karamanlis, col suo partito Unione Nazionale Radicale, era a capo dell’esecutivo greco.
Berlino risarcì la Grecia con una cifra pari a 115 milioni di franchi tedeschi. La cifra però non comprese alcuni rilevanti danni quali quelli alle infrastrutture, i crimini di guerra, e appunto il prestito che il paese fu costretto a contrarre. Tutti questi fattori rientrerebbero nel calcolo dell’ufficio di contabilità generale greco degli ultimi giorni.
Trent’anni dopo, al momento della riunificazione della Germania, si raggiunsero altri accordi che secondo Berlino chiusero la questione. Evidentemente non per Atene.
Alexis Tsipras ha spesso rispolverato la questione dei risarcimenti. Come questione “etico e morale”, e come sorta di rivalsa di Atene nei confronti della Troika dopo la crisi del 2010.
I toni aggressivi e battaglieri del Govenro Tsipras nei confronti della Germania si sa, si sono addolciti, procedendo su una linea più razionale a discapito di quella viscerale che ha caratterizzato la campagna elettorale. La richiesta dei risarcimenti dei crimini nazisti potrebbe rappresentare un’ultima offensiva per limare i danni dell’imminente e ineluttabile pagamento dei propri debiti, con la ricerca di un futuro compromesso, che rientrerebbe nel primo obiettivo assoluto del governo Tsipras: cercare in tutte le maniere di rivalutare, nella forma e nella sostanza, l’enorme debito pubblico greco.
Utopico sarebbe credere che Angela Merkele e Berlino accetteranno le condizioni greche sui risarcimenti. La “Cancelliera di ferro” ha dichiarato che riaprire una diatriba chiusa decenni fa sarebbe cosa “insensata”. Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha risposto quasi immediatamente e in maniera scocciata, un secco no.