Alza la coppa Dino.” Chi non ricorda il momento in cui, in Spagna, nell’estate del 1982, l’Italia si sedette sul trono del mondo?. “Alzala perché il mondo la veda”. Ognuno di noi potrebbe raccontare dov’era in quel momento, che cosa stava facendo, in compagnia di chi si trovava. Perché lo sport è proprio questo: una catena di emozioni che segnano la vita e fissano tutti quegli istanti che non possiamo più dimenticare. Tanti sono stati gli eventi che hanno segnato il nostro dopoguerra, ma pochi commossero con tanta intensità il Paese come l’incidente che nel 1949 sulla collina di Superga cancellò un’intera squadra di calcio, una squadra che sembrava invincibile, e che da quel momento tutti ricorderanno come “il Grande Torino”; tante sono state le sfide, gli scontri e le rivalità che riempirono la vita dell’Italia negli anni in cui la giovane repubblica stava diventando a poco a poco una grande nazione occidentale, ma nessuna appassionò noi italiani come quella tra Coppi e Bartali. Immagini che si sono fissate nella nostra memoria senza che nulla possa più cancellarle: la straordinaria Inter guidata da Helenio Herrera; le prodezze in bianconero di campioni unici come Cesarini, Parola, Sivori, Bottega e Platini; l’incontenibile felicità degli uomini che nel 1982 cambiarono la storia del nostro calcio: Bearzot, Rossi, Zoff, Tardelli, Conti, Cabrini, Antognoni e tutti gli altri. La vittoria azzurra nei campionati europei del 1968 con Riva e Inastasi, il primo successo sull’Inghilterra. L’epopea milanista di Rocco, Rivera, Altarini e Nordahl. Trionfi e cadute di Mennea, Thoeni, Loi, Benvenuti, Mazzinghi, Lauda, Gimondi, Panata, Alì, Ribot. Scudetti scolpiti nella storia di alcune città: quello del Cagliari nel 1970, della Lazio nel 1974, del Torino nel 1976, della Roma nel 1983 e la grande festa del Napoli nel 1987. Personaggi da leggenda come Piola ed eventi drammatici come il derby dopo la morte di Meroni o la barbarie dell’Heysel. Giorgio Tosatti da oltre cinquant’anni vive lo sport tra i suoi protagonisti. Ne ha conosciuto gli eroi, è stato testimone di ogni piccolo e grande evento che ne abbia segnato il corso, ha raccolto le testimonianze dei vincitori e dei vinti, ha assistito all’ascesa e spesso anche al declino di campioni che hanno vissuto come dèi e ha saputo insegnarci a riconoscere sempre l’uomo, le sue debolezze e le sue virtù, dietro gli effimeri splendori della gloria sportiva.
Lui è Giorgio Tosatti: giornalista e commentatore sportivo, spentosi nel 2007.
Un amico appassionato di sport mi propone questo, me lo fa vedere e mi dice: Leggilo! Scettica, immaginavo un libro solo sul calcio… ma l’ho letto… almeno per curiosità e mi sono ricreduta. Un libro piacevole, dove il filo conduttore è il calcio e tutto lo sport ma da questo si innescano una serie di sentimenti, forza e ambientazioni che l’autore è riuscito a descrivere bene senza mai annoiare. Un libro con delle foto, in bianco e nero verso metà del volume..
Piacevole la sintassi, forse un po’ noiosa l’impaginazione, carina la copertina.
Da leggere…
Buona lettura
Alessandra