Le recensioni di robiwood
Spesso ci chiediamo se esiste al mondo una persona che ci completi o se siamo destinati a rimanere soli fino alla fine dei nostri giorni. E se questa persona fossimo noi stessi? Oppure se fosse il nostro peggior nemico? O se fosse nostro fratello, il fratello la cui presenza davamo per scontata e che adesso non c’è più? O se fosse semplicemente il nostro grande amore? Ma poi, in fondo, non è meglio restare soli e incompleti?
Ecco il terzo film della rassegna:
LA SPOSA CADAVERE di Tim Burton e Mike Johnson (2005)
![Tu completi me? [.3] Tu completi me? [.3]](http://m2.paperblog.com/i/153/1536362/tu-completi-me-3-L-gRhGuU.jpeg)
TRAMA: Nonostante il loro sia un matrimonio combinato dai genitori, Victor Van Dort e Victoria Everglot si piacciono subito e sono ben contenti di sposarsi. Ma, a causa del suo essere troppo maldestro e impacciato, Victor si ritroverà sposato a una donna cadavere che lo trascinerà con sé nel regno dei morti…
“Con questa mano io dissiperò i tuoi affanni. Il tuo calice non sarà mai vuoto perché io sarò il tuo vino. Con questa candela illuminerò il tuo cammino nelle tenebre. Con questo anello io ti chiedo di essere mia.”
(Victor)
Tu completi me? Ma io sono morta e tu sei vivo, Victor. Io sono determinata a raggiungere il mio obiettivo a ogni costo mentre tu, anche se sai benissimo cosa vuoi, non riesci a ottenerlo. Io sono blu, indosso un vestito da sposa vecchio e stracciato, mi si vedono le ossa e un verme dall’ aria sfatta ed equivoca abita nel mio cervello. E nonostante ciò ho una voglia terribile di vivere e di godermi l’amore che mi è stato tolto. Tu invece. Tu sei tutto grigio, non fai altro che balbettare e farti ridere dietro. Sei l’eterno indeciso e l’inguaribile timido. Vorresti vivere ma non sai come si fa. E allora vieni con me, Victor, che te lo insegno io. Vorresti amare ma non sai come si fa. E allora vieni con me, Victor, che te lo insegno io. Vorresti sposarti ma non sai come si fa. E allora vieni con me che te lo insegno io. Ma una cosa me la puoi insegnare tu, Victor. Puoi insegnarmi a essere libera. Libera di essere completa anche senza di te. Libera dall’ossessione di dover per forza portare qualcuno all’altare che giuri che sarà sempre con me per essere veramente felice. Libera dunque di essere semplicemente Emily, una Damigella cadavere e non la Sposa. Perché è quello che sono e che sarò per sempre. Ma non c’è nessun motivo per farne una tragedia. Anzi, meglio cantarci sopra e ballare finché le ossa reggono il ritmo. Perché a volte la solitudine non è una maledizione. Può essere come una farfalla capace di dividersi in tante altre farfalle, lievi e libere come lei nella loro colorata (in)completezza.





