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Tu se sai dire dillo - Villa, Toti, altri a Milano

Da Ellisse

Giovedi 18 settembre prossimo, a partire dalle ore 19, e fino a Sabato 20, gianni toti disegnopresso la Galleria Ostrakon, Via Pastrengo 15, Milano, si svolgerà la terza edizione di "Tu se sai dire dillo", rassegna poetica ideata da Biagio Cepollaro, dedicata a Giuliano Mesa e articolata su tre giorni di incontri, dibattiti, letture, video, intorno alla figura di Paola Febbraro, al lavoro di diffusione e conoscenza di Emilio Villa promosso da Enzo Campi e all'antologia di opere di Gianni Toti, ideata e curata da Daniele Poletti e da [Dia*foria,  oltre al lavoro di e sulla critica letteraria portato avanti da "In realtà la poesia" e a letture di Cepollaro di lavori dello stesso Mesa. Il programma completo è scaricabile QUI. Ci vediamo là il 18, spero di incontrare qualche amico.
Gianni Toti - da “COMPOETIBILMENTE INFUNGIBILE” - Lacaita, 1979
UN PO’ SUBFICIALE
baciami dice e sul suo immenso cimitero fosforescente profumato
di cellule morte cheratinose appiattite su molti piani - gli alti
e i bassi e le fondamenta che non - sullo strato corneificato
indurita lamina continua resistente protettiva il primo
vestito offertole da natura madre epicutaneo centrifugo cilindrico
rotondeggiante - e si sfaldano staccano cadono: biancastra
forfora sotto labbra - lubrìficala spesso poi anelastica
sulla cicatriziale unghiata sul risentimento acneico
l’arrossamento
   e il nuovo film corneo traspare dopo l
‘esfoliazione
   ma tu forse
   la dissolvente levigazione pre
ferisci e carezze dure lavaggi sudoripari la lingua delle labbra
o le labbra della lingua
   irrorando sotto la buccia d’arancia
traspirata pelle nuovissime cellule pigmentate fantasiastiche
più turgida azzurro turgore risveglio sottocutaneo e sul tuo mantello idrolipidico con spugna asciutta e morbida
ti bacerò eudermico a lungo acido insaturo velo leggero
prontamente riassorbito
   amore di superficie
UCRONÉMA
adesso lo so che non aspetto più ma quando
sull’antropologio navigava il tempo con la bonaccia sottomare
e i treni approdavano sulle banchiglie cosmopuntuali salpavano
e tu non c’eri la tua assenza soltanto arrivava precisata
il polso era una ondata sotto la chiglia ma
su quella scia non una corsa su quella falcata senza gambe
annegavano sguardi che vedevano non c’eri tu non
la seconda persona singolare dell’assenza coniugare
il vuoto sempre più pieno dei tuoi torbidi niente
e ribollavano schiume fumèe vaporaglie bave azzurre
poi grigiosudice risacche su prode di cemento gridate
con banderuole e lanterne e calcolati intervalli
io ti calavo dai predellini dai ponti levatoi dalle
discenderìe sottomarine sottocelesti sottociliari
ti scendevo mi salivi acrobati di scale pesanti
scavate sulle braccia sulla fronte sulle nocche spezzate
tu mi vuotavi il sangue da tutte le vene senza unghiaie
mungendomi dagli occhi tuttilmondo senza mondo
finchè più niente nessuna goccia più dalla frana
e seppi che il ritardo non era ritardo
ma zamedlenie stilistica iterazione cronologica
di un momento privilegiato un esempio d’altro ritardo
e poi arriva l’accento il verso riverso nella baia bianca si ormeggia

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Testi tratti da Totilogia, edita da [Dia*foria, interamente scaricabile QUI.

(Nell'immagine un disegno di Gianni Toti. Clicca per ingrandire)


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