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TUMORI AL SENO E GRAVIDANZE- conoscere per prevenire
Creato il 21 aprile 2012 da BiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiDOPO L' INTERESSANTE INCONTRO DI MERCALLO ECCO UN ULTERIORE CONTRIBUTO DA PARTE DI UN IMPORTANTE CONSESSO Delle 2.500 donne sotto i 40 anni di età che ogni anno devono fare i conti con il cancro della mammella, soltanto il 10 percento ricorre alle tecniche che oggi permettono di preservare la fertilità, mentre il 90 percento di queste perde l’opportunità di diventare madre, fanno notare gli esperti riuniti per la XX Conferenza Nazionale degli oncologi che si tiene a Mestre (VE) dal 20 al 22 aprile 2012.
Gli esperti ricordano che le malattie oncologiche non sono da prendere sottogamba, e i numeri parlano chiaro: ogni anno in Italia si registrano 45.000 nuovi casi di cancro al seno, 7.700 all’endometrio, 4.500 all’ovaio e 3.500 all’utero.
«I progressi nella lotta alle neoplasie femminili sono straordinari – afferma il prof. Sandro Pignata, presidente della Conferenza Nazionale – Grazie alla diagnosi precoce salviamo molte vite e una donna su 2 guarisce se il tumore è individuato nella fase iniziale. Inoltre riusciamo a far sopravvivere le pazienti più a lungo e con una migliore qualità di vita. Le terapie oggi disponibili permettono di raggiungere questi risultati».
Partendo dalla constatazione che ben il 15% dei tumori al seno diagnosticati in donne al di sotto dei 35 anni si verifica durante la gestazione, una sessione della Conferenza è stata dedicata alla “Neoplasia in gravidanza”. Se da un lato ritardare la terapia può mettere la paziente in grave pericolo e di conseguenza esporre a rischio il futuro del bambino, dall’altro fino a oggi i dati su questo particolare tema erano scarsi.
«Una delle più importanti riviste scientifiche internazionali, Lancet Oncology – conclude il prof. Carmine Pinto, segretario nazionale AIOM – ha recentemente pubblicato nuovi risultati che dimostrano che i bambini nati da mamme sottoposte a chemioterapia durante la gravidanza, a partire dalla 14esima settimana, hanno una crescita e uno sviluppo nella norma, al confronto con i piccoli le cui mamme non sono state sottoposte al trattamento antitumorale. I dati relativi al comportamento dei bambini, la salute generale, l’udito, lo sviluppo e il funzionamento del cuore e la crescita generale sono apparsi del tutto confrontabili con quelli riscontrati nella popolazione generale. La decisione di somministrare la chemioterapia deve dunque sottostare alle stesse linee-guida che riguardano le pazienti non in gravidanza: è possibile cominciare i cicli di chemioterapia a partire dalla 14° settimana di gestazione in poi, naturalmente prestando una particolare attenzione alle cure prenatali. Le nuove conoscenze aumentano le speranze di salvare la vita sia alla madre che al bambino».
Da La Stampa
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