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Tuono Pettinato: Nevermind

Creato il 08 aprile 2014 da Fabriziofb

boddah

È in uscita in questi giorni, in occasione del ventennale della morte di Kurt Cobain (5 aprile 1994), la graphic novel Nevermind di Tuono Pettinato.
L’operazione è a dir poco coraggiosa: su Cobain, storico leader dei Nirvana e voce tra le più importanti nel panorama musicale degli anni ’90, si è detto e scritto tanto. Troppo.
Per fortuna Pettinato (al secolo Andrea Paggiaro), già autore di una fortunata biografia satirico-fumettistica di Garibaldi, si lancia in un’operazione inedita, tratteggiando sotto gli occhi del lettore un Cobain ipersensibile e di grande umanità, una sorta di Giovane Holden degli anni ’90, un Tonio Kröger punk afflitto da chiare tendenze autolesioniste.
Ma come si racconta una solitudine?
Per fare da contraltare all’isolamento del “giovane Kurt”, Pettinato punta sull’amico immaginario Boddah(1), un tigrotto che sembra uscito dritto dritto dai fumetti di Calvin & Hobbes(2), e che qui svolge anche la funzione di narratore intradiegetico onnisciente.
E la riuscita è perfetta: senza la pretesa di ricostruire per filo e per segno la biografia del leader dei Nirvana, l’autore opera una selezione, un taglio, tralasciando l’arcinota “vita pubblica”, per concentrarsi sui lati più intimi della vicenda. Così facendo, traccia con garbo e onestà intellettuale(3) un ritratto inedito, empatico e dolente, ridisegnando, in una sorta di controcanto alle narrazioni “ufficiali”, la breve parabola di un uomo che, nei suoi 27 anni di vita, è veramente riuscito a lasciare il segno. Che ci piaccia o no ammetterlo.

 

Nevermind, di Tuono Pettinato, è edito da Rizzoli Lizard.

 

(1)Il personaggio è “reale”, per quanto possa esserlo un amico immaginario; al lettore basti sapere che proprio a Boddah era indirizzato il biglietto di addio di Cobain.
(2)Non a caso un tipico prodotto anni ’90.
(3)In certi casi non c’è bisogno di abbellire, e tra gli indubbi meriti dell’autore di Nevermind c’è anche quello di non farlo.


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