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Turbo - Non si è mai troppo piccoli per sognare...

Creato il 07 settembre 2013 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1

Turbo - Non si è mai troppo piccoli per sognare...
Tra queste righe prevarrà come non mai, e al di là del film stesso, una sorta di entusiasmo che saprà fissare a lungo termine uno dei ricordi più importanti della mia vita di donna/madre/cinecriticocompulsiva...
Già, perché quella di ieri è stata la tipica serata da scrivere sul calendario alla vecchia maniera, con tanto di penna e gioia negli occhi. E' avvenuto il "battesimo del grande schermo" per il mio piccolo uomo, la sua prima volta "ufficiale" al cinema e voi potete immaginare quale soddisfazione, quale emozione sia stata vederlo lì, così piccolo e pieno di stupore negli occhi mentre provava a sistemarsi su quella poltrona che mai, fino ad ora, mi era sembrata così "grande". E' chiaro che per Turbo, non si potrà fare la classica recensione imparziale (anche se poi non lo sono mai), quindi spero che voi sappiate comprendere, a partire da ora, la parte di me che è più mamma, e meno critica.
La DreamWorks a me personalmente non ha mai deluso, parlo da grande e penso soprattutto all'ultimo film visto durante lo scorso Festival Internazionale del Film di Roma, Le 5 Leggende. Penso poi a tutta una serie di titoli passati di qua, in casa, e ricordo bene l'entusiasmo dei bambini (in particolare il grande perché il piccolo è ancora nella fase "Barbapapà-Peppa Pig"), per Madagascar, Spirit - Cavallo selvaggio (uno dei miei preferiti!!!), oppure Shrek, Mostri contro Alieni, Kung Fu Panda. Devo ammettere che mio figlio già sembra manifestare una certa predilezione che spinge in casa Pixar, beh, come biasimarlo? 
Turbo - Non si è mai troppo piccoli per sognare...
Ma torniamo a parlare di Turbo. E' tutto molto semplice (dipende dai punti di vista), rincorrere un sogno anche a costo di sfidare la propria natura, rischiare tutto pur di dimostrare a noi stessi che ciò che agli altri può sembrare assurdo per noi è assolutamente "fattibile". Turbo è esattamente questo, l'incarnazione del piccolo sognatore che passa le notti davanti alla tv ad ammirare le corse automobilistiche e le interviste del suo più grande idolo Guy Gagne. Mentre i suoi simili si danno da fare, con molta calma e rassegnazione, per svolgere tutti i compiti che madre natura gli ha gentilmente concesso, Turbo guarda oltre quel muro che separa due mondi. Un piccolo orto e pomodori maturi per pranzo, una catena di montaggio e una cornacchia che, puntualmente, porta via ogni giorno un piccolo membro della comunità. Dall'altra parte del muro, il giardino in cui si muove questo ragazzino mezzo boss con tanto di triciclo e occhialetti da sole, pronto a schiacciare ogni essere che sia più piccolo del suo stesso naso. Il destino però ha in serbo per Turbo qualcosa di "speciale", di inverosimile...ed è così che il piccoletto si ritroverà nel circuito di Indianapolis accanto al suo idolo di sempre.
Ma come la vita spesso insegna, raggiungere i nostri sogni in compagnia di qualcuno che ci sostiene, può davvero fare la differenza. Turbo incontrerà Tito (i parallelismi con le loro vite sono molteplici, a partire dal fatto che tutti e due hanno accanto un fratello più grande e realista, tanto da smontare all'occorrenza ogni entusiasmo) e delle simpatiche lumache da corsa, tra queste non si può non citare la lumachina con la voce di Samuel L. Jackson perché è insuperabile...(Faccio finta di non sentire quel che ho palesemente sentito...) a tratti infatti pensavo di sentire da un momento all'altro "Ezechiele 25:17...", sarebbe stato troppo in effetti. Anche perché per Luca è ancora lontano il momento "Tarantino". 
Turbo - Non si è mai troppo piccoli per sognare...
La cosa che più conta ora è ribadire un concetto fondamentale, la fiducia in noi stessi. Ecco perché non mi interessa poi più di tanto dirvi che Turbo non è un film perfetto, che a tratti rallenta e si perde in trovate banalotte e già viste, no. Voglio parlare solamente di tutto ciò che potrei dire a mio figlio oggi, dopo la sua prima volta al cinema. Voglio sperare che non sia solo un caso il fatto che per la sua prima volta, in quella grande sala buia, lui abbia sentito parlare di sogni e di determinazione. Di coraggio e di fiducia. Voglio credere che tutto questo possa lasciare in lui un segno indelebile, che lo aiuti nel corso della sua vita a mantenere sempre, un pizzico di lucidità e un pizzico di follia. Affinché lui non si senta mai troppo piccolo, oppure, qualora dovesse accadere, vorrei che lui ricordasse quanto fosse piccolo quel giorno in sala e quanto fosse grande ciò che lo circondava...
"A te piccolo cinefilo, che questo possa essere il primo di una serie infinita di film che vedrai, vedremo e sogneremo ancora..."

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