Le manifestazioni in Turchia continuano: oltre 200 i cortei che, in questi giorni, sono stati organizzati in tutta la nazione.
Intanto continuano gli scontri tra i cittadini e la polizia continuano in piazza Taksim, tant'è che l'ufficio di Amnesty International, situato in quei pressi, lancia un duplice appello. Il primo, rivolto alle istituzioni: "Pretendiamo dal ministero della Sanità turco informazioni precise sul numero di persone rimaste ferite negli scontri", in quanto il numero dei feriti sembra aumentare, come specificato da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Il secondo, verso le forze dell'ordine, affinché smettano di usare i gas lacrimogeni, che secondo Noury “sono la causa principale delle ferite riportate dai manifestanti".
Al momento, infatti, sono cinque le persone in fin di vita per le gravi ferite riportate alla testa. “Anche la nostra sede è stata raggiunta dai fumi dei lacrimogeni. I volontari sono circa una ventina, e hanno curato decine di feriti, tra i quali alcuni bambini", come ha precisato il portavoce di Amnesty, che ha raccontato scene davvero incredibili riguardo gli abusi e i maltrattamenti della polizia.
"I manifestanti fermati sono stati tenuti in massa, fino a 12 ore, nei blindati della polizia senza acqua, cibo e senza servizi igienici. Scene di violenza anche nella stazione di polizia vicino a piazza Taksim e nella stazione centrale di polizia di Istanbul. I lacrimogeni sono stati lanciati anche all'ingresso degli ospedali e gli agenti hanno arrestato feriti che necessitavano di cure".
Intanto cresce anche la tensione tra Amnesty e il ministro dell'Interno turco, Muammer Guler: secondo quest'ultimo, infatti, i feriti ammontano “solo” a 100, e non a 1000, come denunciato dall'organizzazione internazionale per i diritti umani, che ha anche parlato di due morti.
Di seguito uno dei tanti video che ha provocato scalpore: un automezzo blindato adibito a sparare acqua ha travolto un manifestante nascosto dietro a un cassonetto.