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Turchia, la nuova Terra promessa? (un convegno a Salerno, di Mina Mingarelli)

Creato il 16 dicembre 2012 da Istanbulavrupa

Turchia, la nuova Terra promessa? (un convegno a Salerno, di Mina Mingarelli)(come sapete, sul mio blog ospito molto volentieri interventi di chiunque voglia contribuire a far conoscere la Turchia in Italia: al di là dei pregiudizi e dell’orientalismo dilagante)

Mi sono accorta quasi per caso di questo interessante evento nella mia città; tornando da Istanbul volevo sapere se anche in questa mia regione, un po’ malandata come ben si sa, si parlasse della Turchia, se fosse iniziato anche qui quel processo di informazione già attivo da tempo in nord Italia sui fruttuosi scambi economici tra aziende Italiane e crescente economia turca: e ho trovato una piacevole sorpresa, se posso concedermelo, forse un bel regalo di Natale, il segno di un avvicinamento alla mia terra.

Ho avuto l’occasione così di prendere parte a questa importante iniziativa della mediateca Marte Live, un moderno, variegato ed interessante punto di incontro che mi ha fatto un po’ riscoprire la mia città. Si trattava di un convegno organizzato da Confindustria Salerno, lo studio legale Nunziante Magrone di Roma in collaborazione con B+B di Istanbul e la rivista europea di geopolitica EAST con il Patrocinio dell’ Ufficio Commerciale dell’Ambasciata della Repubblica di Turchia dall’esplicativo titolo “Turchia, la nuova terra promessa? Nuove opportunità per l’internazionalizzazione delle PMI.”

L’obiettivo principale di questo incontro era di informare gli imprenditori salernitani, ma più in generale gli imprenditori del Mezzogiorno, sulle nuove opportunità di ripresa, scambio e crescita economica possibili grazie ad investimenti in Turchia. Nel poco tempo a disposizione si è cercato di dare un quadro generale della condizione economica, politica e sociale del Paese emergente.

Mustafa Cesar, rappresentante dell’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata della Repubblica di Turchia ha descritto il Paese come un’economia istituzionale con un clima liberale e riformista, che condivide con i Paesi europei sia valori sociali che culturali. Ha mostrato la crescita esponenziale della Turchia dati alla mano, tanto per citarne alcuni: negli ultimi cinque anni in Turchia il commercio estero è aumentato del 162%, le esportazioni verso i Paesi limitrofi sono aumentate del 337,9% e le importazioni aumentate del 204,4%. Sin dal 2002 c’è un aumento medio del PIL del 7,4%. Con gli investimenti diretti stranieri per un totale di 20,2 miliardi di USD, la Turchia è il tredicesimo Paese nella graduatoria dei Paesi più attraenti (OCSE 2006). Vedendo gli investimenti stranieri come motore propulsore della crescita economica, gli ultimi anni hanno visto un’importante semplificazione del “dialogo economico” tra la Turchia e l’ Unione Europea; grazie ad un nuovo quadro legislativo approvato nel luglio 2012 è possibile erigere una società in Turchia in sei semplici step burocratici, inoltre per quanto riguarda l’Italia, il processo di esportazione in Turchia sarà possibile grazie all’ottenimento di un unico documento chiamato A. TR. Con l’aggiunta di un altro permesso speciale se si tratta di beni alimentari.

Il nuovo assetto economico mondiale sta cambiando velocemente e questo non è sfuggito a molte aziende italiane che già da anni hanno intuito le potenzialità dell’economia emergente della Turchia, tanto che l’avvocato Gianmatteo Nunziante, che ha avuto l’occasione di assistere legalmente a molti processi di scambio o investimento delle imprese, ha parlato di “possibile soluzione alla crisi economica”.

Grazie alle risposte positive della Turchia c’è in cantiere di fare ancora di più per incrementare l’offerta di consulenza con uffici e progetti appositi che possano seguire le imprese in questo processo di scambio tra i due Paesi, ed in particolare per il prossimo anno si guarda alle piccole e medie imprese del Mezzogiorno, messe in ginocchio dalla crisi che ancora non vede fine. A provvedimenti economici però non sono seguiti adeguati provvedimenti amministrativi di visti e permessi di lavoro speciali per quanto riguarda il nostro Paese.

Seyda Canepa, giornalista turca e membro del Comitato Scientifico di EAST ha ricordato infatti che non esistono ancora legislazioni specifiche per il visto Schengen per gli imprenditori turchi: “ il business non può rispettare questi tempi”. La strada quindi per questa “terra promessa” non è poi così lunga come potrebbe sembrare dalle “carte”.

L’ esigenza di un avvicinamento dei due Paesi è oserei dire “prepotente”, c’è bisogno di cooperazione, ma soprattutto di comunicazione. E’ importante una rivisitazione nell’immaginario degli italiani del Paese Turchia, prima ancora di istruirli sui prodotti e le peculiarità che ci offre questo Paese. Un’informazione più concreta e specifica può aiutare molto il processo di avvicinamento dei due Paesi. Spero questo incontro possa essere davvero il preludio di nuove iniziative perché, forse non troppo utopisticamente, credo che la collaborazione con la Turchia come con altri Paesi emergenti possa rappresentare un’ ancora di salvezza per le aziende del sud Italia.

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