Commedia amichevole tutta al femminile, Tutte contro lui è triviale, esagerata e ripetitiva. E l’happy ending è dietro l’angolo.
Carly è un avvocato (single) di successo a New York. Conosce Mark e se innamora immediatamente. I due cominciano una storia passionale, ma complice una scusa di Mark mal digerita da Carly, quest’ultima scopre che il suo fidanzato è sposato con Kate, una casalinga semplice e credulona.
Nick Cassavetes costruisce una pellicola prevedibile, scandita da ritmi triviali e sequenze da cinepanettone nostrano. Questa è la resa finale di Tutte contro lui, un film che esibisce un cast interamente al femminile contro l’incestuoso seriale Nikolaj Coster-Waldau (il Jaime Lannister de Il trono di spade). L’idea ha il sapore del già visto e rivisto e a nulla serve la goffaggine di Leslie Mann a strappare qualche risata genuina e non di pancia o di sconforto. Il regista si sofferma sugli stereotipi della commedia americana e la infarcisce di gag preparate a tavolino, che in Italia riportano alla mente i siparietti di Boldi e De Sica.
Eccessivo e poco frivolo, Tutte contro lui è un film dalle intenzioni dichiarate, dai caratteri riconoscibili (l’avvocatessa tutta d’un pezzo e single convinta, la moglie disperata e attanagliata da una crisi di mezza età e la bionda tutta pepe con poco cervello, ma dall’ingombrante davanzale) e dal finale telefonato, che non lascia scampo allo spettatore. Solamente quando il ritmo rallenta si intravedono i sentimenti e il messaggio amicale della pellicola, che ostenta un happy ending all’insegna del riscatto femminista.
Non possedendo la stessa carica esilarante dei prodotti firmati Apatow, Tutte contro lui è l’ennesimo esempio di una commedia stiracchiata senza basi solide e caratterizzata da una sceneggiatura raffazzonata, che fa della ripetizione il proprio marchio di fabbrica. Di conseguenza lo spettatore si ritrova di fronte a interminabili duetti lacrimosi e deliranti tra le due protagoniste Cameron Diaz e Leslie Mann e a un piano d’attacco diabolico, che allunga il brodo a un film che sarebbe potuto concludersi almeno trenta minuti in anticipo. Lungaggini esistenziali e vendette a base di ormoni maschili fanno da contraltare a una commedia dimenticabile, che tiene compagnia senza farsi detestabile, ma non aggiunge nulla di nuovo all’offerta cinematografica estiva.
Uscita al cinema: 19 giugno 2014
Voto: **