di: Manlio Dinucci
Su un atollo delle Isole Marshall, nel Pacifico, è piombata dallo spazio a velocità supersonica, giovedì scorso, una strana bomba che lo U.S. Army ha lanciato dalle Hawaii, distanti 4mila km. Non è che gli Usa abbiano deciso di attaccare anche la minuscola Repubblica delle Marshall. Anzi, in base a un accordo del 1983, essa ha affidato la propria difesa agli Stati uniti. E gli Stati uniti – che dal 1946 al 1958 hanno effettuato qui 67 test nucleari, tra cui l’esplosione a Bikini della più potente bomba all’idrogeno da 15 megaton – continuano a usare le Marshall come proprio poligono. La bomba che ha colpito l’atollo è una Advanced Hypersonic Weapon: lanciata con un razzo nell’alta atmosfera, plana e, manovrando, arriva sull’obiettivo a una velocità di circa 6mila km l’ora. È una delle armi del programma «Prompt Global Strike» (Pronto Attacco Globale), con la quale gli Usa stanno acquisendo la capacità di colpire, con testate non-nucleari, entro un’ora qualsiasi obiettivo in qualsiasi parte del mondo. Varato dal repubblicano Bush, il programma non era andato avanti perché prevedeva la riconversione di missili balistici nucleari per lanciare testate non-nucleari, cosa che avrebbe messo in allarme Russia e Cina, rischiando una guerra nucleare accidentale.
C’è voluto il democratico Obama (nonché Premio Nobel per la Pace) a trovare la soluzione: le bombe volanti, come quella appena testata, vengono lanciate con missili a traiettoria non-balistica, così da non creare equivoci. Esse sono solo una parte dell’arsenale del «Pronto Attacco Globale». La nuova strategia prevede che, mentre viene colpito dallo spazio con bombe volanti supersoniche, il paese nemico viene attaccato con i Mald-J: sono mini-velivoli automatici che, lanciati a mille km di distanza, saturano le difese, apparendo ai radar come caccia in arrivo, e quindi neutralizzano i radar con interferenze elettroniche. Questi mini-velivoli, che la Raytheon ha cominciato a fornire due mesi fa alla U.S. Air Force, offrono il duplice vantaggio di non mettere in pericolo gli equipaggi degli aerei e di poter essere lanciati a migliaia da pochi aerei cargo, tipo i C-130J. Solo dopo entrano in azione i cacciabombadieri con equipaggio, dotati di bombe a guida laser potenziate, come le Enhanced Paveway che, ha comunicato la Raytheon dieci giorni fa, sono ora utilizzabili da una più ampia gamma di aerei. Tali bombe hanno però limitata efficacia contro strutture sotterranee. Vi ha provveduto la Boeing, che una settimana fa ha annunciato di aver cominciato a fornire alla U.S. Air Force, da settembre, una nuova superbomba da 30mila libbre, denominata Mop (Massive Ordnance Penetrator).
Con il suo peso di quasi 14 tonnellate e la testata a uranio impoverito, può penetrare attraverso 60 metri di cemento armato, distruggendo il bunker sotterraneo con la detonazione di due tonnellate e mezza di alto esplosivo. La Mop, trasportabile con il bombardiere stealth B-2 Spirit (usato in marzo contro la Libia), ha la potenza distruttiva di una piccola atomica (salvo le radiazioni). Innamorato della superbomba è Leon Panetta, scelto da Obama quale nuovo segretario alla difesa. Come ex direttore della Cia, ha la passione per le tecniche più micidiali.