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Tutte le cose sono consunte dalla paura

Creato il 18 febbraio 2011 da Andreapomella

Tutte le cose sono consunte dalla pauraIl bambino è seduto al tavolo all’aperto. Il dehor lo ripara dalla pioggia. Aspetta qualcuno o qualcosa, suo padre o un bicchiere di aranciata. Ha le mani infilate nel giubbotto verde lucido. Io passo veloce col bavero del cappotto rialzato, la borsa a tracolla, i capelli bagnati. L’incrocio di sguardi è rapido, fulmineo. La sua occhiata è violenta, rabbiosa. Non ce l’ha con me, forse ce l’ha con tutti. È lì che aspetta senza muovere un muscolo, osservando le gocce di pioggia che punteggiano il marciapiede, le pozzanghere che si gonfiano, le macchine che passano sollevando spruzzi di fango. Mi sento come qualcuno che gli sta rubando l’aria, passo davanti a lui nel momento sbagliato. Mi chiedo se non sia un’ora decisiva della sua vita, se quell’attesa non rappresenti qualcosa di rilevante,un evento che si incide per sempre nella memoria, che a distanza di anni si riesamina in ogni fotogramma, istante per istante. Faccio un movimento infinitesimale con la testa, la piego di lato per osservarlo ancora un secondo. È in quel momento che vedo il suo occhio lucido, il sinistro. L’altro sembra asciutto, ma l’occhio sinistro è inequivocabilmente lucido. Il bambino è sul punto di piangere. Penso che neppure se accadesse qualcosa del genere mi fermerei, la sua rabbia è così palese da scoraggiare ogni mediazione. Così filo via, lontano, verso il mio appuntamento delle due del pomeriggio. Il resto deve essere scartato, le ipotesi e le supposizioni, le miriadi di congetture che inventerò nei prossimi minuti e nelle prossime ore per stabilire la ragione di quegli occhi gonfi di pianto. Finché non giungerò a una conclusione, un esito terribile che riguarda il bambino al tavolo, che riguarda me, che riguarda forse l’umanità intera, una di quelle verità per le quali le parole non bastano, ma che sono sufficienti a togliere il sonno per gran parte della notte: tutte le cose sono consunte dalla paura.


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