Care fanciulle, state progettando il vostro matrimonio per la prossima stagione primavera – estate? Allora sarete sicuramente in cerca di un abito: l’abito dei vostri sogni, per la precisione. Se le cose stanno così l’ArchiLady Menabò vi consiglia di dare uno sguardo a questo articolo. Le sfilate di AltaRoma AltaModa P/E 2015 ci hanno regalato tantissime suggestioni per il mondo della sposa, scopriamole allora una per una.
Partiamo, in ordine cronologico, con Giada Curti – passerella che infatti ha dato il via alla manifestazione. Sulla sua catwalk “Sophia. Ieri, oggi, domani” una bianca sposa in duchesse di seta. La costruzione dell’abito è molto originale, l’effetto finale è molto morbido, quasi prassitelico. Il tessuto è lucente, si stringe attorno alla silouhette lasciando ampio respiro: non cade pesantemente a terra ma accompagna la forma della modella. Il taglio essenziale e di grande eleganza, la manica svasata al fondo. Su una spalla un fiore in organza di seta purissima e sfilettata a mano. Lo sguardo penetrante, evidenziato da una linea sottile e nera sotto l’occhio. I capelli scoprono il volto, aperto, arioso.
_ph. Luca Latrofa Luca Sorrentino
“Dalla disarmonia del presente all’armonia del futuro” è il titolo della collezione di Ettore Bilotta. Il colore scelto per la sposa è il bianco. Ma è una sposa insolita: l’abito è in radzmire, appare quasi traslucido. In vita una particolarissima cintura che riprende la lavorazione del collo, in pvc, lineare – senza eccessivo ornamento. Il bouquet è “extra-ordinario” costituito da piccole calle di color porpora. In testa l’elemento è ancora più fuori dall’ordinario. Il comunicato stampa celava il mistero sul velo: ciò che si rivela è invece un copricapo che quasi ricorda i cappelli della Frigia, ma ha un incrocio tortile frontale con una struttura più pesante. Il trucco sugli occhi nero, scuro, seducente.
_ ph. Raffaele Soccio Luca Sorrentino
In vista dell’Expo di Milano che ha per tema centrale “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, anche la maison Gattinoni cede alla passione per il cibo. Ecco che l’abito da sposa viene presentato come un dessert. È di seta e garza ricamato a rilievo, la gonna è piuttosto alta ed è valorizzata attraverso fiori realizzati con cristalli di rocca. Completano le decorazioni nastri macramè, fibre di rafia e bordature di merletti chiacchierini. L’eleganza è padrona dell’abito: la pettinatura raccolta in un grande chignon portato sulla testa, una forcina si incastra direttamente nel fermaglio. Il trucco mette in risalto soprattutto la bocca. L’abito ha il sapore di Montblanc o torta Saint-Honoré, crema chantilly, panna e vaniglia, meringhe e castagne.
_ph. Raffaele Soccio Luca Sorrentino
Sfila una Beatrice delicata, sensuale e floreale per la nuova capsule collection disegnata da Giulia Mori per Antonella Rossi. La collezione infatti si ispira alla Divina Commedia e rende omaggio alle celebri parole “L’amor che move il sole e l’altre stelle”. Forte la contaminazione con l’arte figurativa di Marco Zappa che esalta le figure eteree inseguite e sognate dalle morbide pieghe dei tessuti. La mise richiama un vestito storico ma ha una leggerezza tutta moderna. Armonioso il taglio, in perfetto stile italiano. Il velo avvolge completamente la figura: i ricami somigliano a tante piccole foglioline e sulla trasparenza dell’abito danno vita ad un effetto molto frizzante. Make up basilare, senza artificiosità.
_ ph. Luca Latrofa Luca Sorrentino
I dipinti del macchiaiolo Silvestro Lega sono la potente spinta creativa per la collezione Primavera/Estate di Camillo Bona che, dopo vent’anni di sfilate presso AltaRoma, torna nella cornice che vide la sua prima partecipazione: l’Acquario Romano. In perfetto stile macchiaiolo la sposa ha una poetica verista e come tale potremmo ricondurla in una delle opere del Lega senza alcuna esitazione. Taglio minimale e classico, bianco, seta purissima e capelli raccolti. Un lungo velo è silloge di tutta la creazione.
_ph. Raffaele Soccio Luca Sorrentino
Tripudio del bianco anche per la sposa di Antonio Grimaldi, vestita integralmente di tulle ricamato. Non una semplice passerella ma una vera e propria pedana di fiori – con annessa quinta. In tutta la collezione prodomina il motivo floreale. Così anche per l’abito nuziale in cui risaltano rouches e rose intarsiate con ricami a filo. Le suggestioni evocate sono di memoria rinascimentale. Trucco e parrucco sono i primi complici di tali impressioni: riga centrale e torchon valorizzano un viso naturale, per uno sguardo davvero accattivante. Il grande velo chiude la figura con piccoli punti di luce sparsi.
_ph. Luca Sorrentino
Sabrina Persechino riconduce la nostra attenzione all’Expo, questa volta (e non poteva essere altrimenti) dal punto di vista architettonico. Un abito nuziale che valica le linee geometriche di un’architettura avanguardistica. All’interno di una foresta urbana, gli unici elementi decorativi sono degli intrecci casuali di rami realizzati con pelle o texture e posti in vita. Da qui si dipana il tessuto che sale e, scivolando sulle spalle, cade a terra mostrandosi al contempo come un mantello e come uno strascico. Coiffeur e make up ravvivano e spezzano l’esponenziale minimalismo, dando vita ad una sposa davvero originale.
_ph. Luca Sorrentino
Strepitosa la sposa di Rani Zakhem per la collezione Mal D’Africa. I modelli figurativi adottati sono ricordi della sua infanzia, della sua terra di origine. Il bianco non è colore imposto ma è una vera e propria citazione della neve del Kilimangiaro. La mise è invasa da una ampia decorazione, come il legno degli ebanisti kenioti. Il velo è impalpabile e in esso risiedono gli stessi ricami del vestito. A completare la brillantezza sono tantissimi cristalli sul bustier e sulla gonna, che ampia si apre in un’apoteosi di crinolina. Capelli raccolti, make up naturale.
_ph. Luca Sorrentino
Nino Lettieri solca le passerelle con la collezione Sophisticated. Un abito per le nozze rigoroso e bianco. L’ispirazione è tratta da una figura geometrica di un mosaico di Pompei, dà vita ad un’opera pulita dai volumi rigonfi. Una linea orizzontale taglia le spalle dal resto del corpo dell’abito, sulla zona superiore intrecci di ricami realizzati con leggerissime paillettes. Tripla organza laserata che crea giochi di ombre e luci sul fondo del vestito: aperture di vuoti e pieni. L’acconciatura fa l’occhiolino allo stile orientale: una coda annodata sul capo in tre fasi. Trucco minimale.
_ph. Luca Latrofa Luca Sorrentino
Fra tanti abiti bianchi spicca con Renato Balestra l’unica nota di colore diversa: l’avorio. La sua collezione, dedicata alla Venere mitologica, vede una sposa preziosa e sfarzosa: il bustier è trasparente e ricco di perle, le stesse che vanno a decorare il capo e che cadono come luccicanti rivoli d’acqua fino a terra. La parte della gonna si apre in mille rouche che simulano le onde del mare dalle quali nasce la dea. Luminoso il viso, brillante lo sguardo.
_ph. Luca Sorrentino
In scena con Gianni Molaro una donna che si avvicina ad una “Divinità Terrestre” e lo fa indossando il bianco candido e casto. Femminilità, eleganza e seduzione sono le parole che meglio descrivono la nuova collezione di Molaro. Pregiati tessuti tutti rigorosamente decorati. La donna di Molaro stupisce ed emoziona: un abito scultura nato dal visionario stilista di art couture. Volti di profilo appaiono sulla schiena della modella mentre un repertorio floreale si ramifica sul corpo etereo e sul braccio, quasi a sembrare un’estensione dello stesso. L’acconciatura è chiusa entro una calotta del medesimo intreccio floreale. Squillante e raffinato il trucco.
_ph. Luca Latrofa Luca Sorrentino
E se l’avorio di Balestra spiccava fra gli abiti di bianco, la creazione di Raffaella Curiel è davvero unica col suo richiamo all’Oriente e con le suggestive incursioni dorate. Ricami e applicazioni su grandi trasparenze. Oro e perle bianche. In una modernissima, versatile e lungimirante interpretazione Raffaella Curiel trasforma le tradizioni ed i costumi di un popolo in haute couture. Ciò che nell’abito è subito evidente è come tali ricordi orientali vadano a posarsi in maniera del tutto naturale sull’abito stesso. Il copricapo potremmo definirlo – per certi versi – addirittura eccentrico e stravagante. Sul corpetto le decorazioni sono minuziose e dettagliatissime, per ramificarsi e semplificarsi poi lungo i fianchi con elementi fitomorfi. Due grossi bracciali cingono i polsi, grandi pendenti di perle indossati con estrema naturalezza conferiscono ancora preziosità. Semplice il make up, in risalto soprattutto la bocca.
_ph. Luca Latrofa, Salvatore Dragone Luca Sorrentino
ps. un saluto a Federica, ogni riferimento è puramente casuale :P
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