Magazine Racconti
Come tutto ciò che esiste a questo anche la più grande storia mai raccontata dall'uomo doveva arrivare ad una conclusione. Ecco qua a scrivere quindi il capitolo conclusivo di
TUTTE LE STRADE PORTANO ROMARacconto dell'odissea che portò Pesa e Frederich al concerto del 1° Maggio 2006
PARTE V
Svegliati da un bussare misterioso alla porta intorno alle 10 del mattino (uscendo dalla stanza scoprimmo che era la donna delle pulizie), io e Fred ci concedemmo una doccia in un albergo extralusso. Niente di diverso dalla normale doccia di casa. Finalmente puliti e profumati ci rimettemmo addosso i vestiti luridi del giorno prima, non potevamo sembrare troppo puliti, ci avrebbero potuto prendere anche per persone per bene. Abbandonando il mistico Hotel President scorgemmo piazza San Giovanni, avendo l'ennesima conferma che qua in Sardegna siamo nel 3° mondo. La piazza, che la sera prima era incredibilmente lercia e sommersa da montagne di immondezza ora appariva limpida, pulita, ci si poteva camminare liberamente, un sogno per noi poveri cagliaritani abituati a vedere la merda il giorno dopo il 25 Aprile in piazza del Carmine.
Con il treno per Civitavecchia alle 14, avevamo un po' di tempo a nostra disposizione per girovagare nella capitale, ecco allora che andammo consapevolmente al colosseo, un giro veloce per i fori, altare della patria (scesi prontamente una volta avvistati i due carabinieri a difesa di non so cosa) e mi sa anche basta. Arrivati in stazione dovevamo fare i biglietti. 4.16€ di biglietto ottenuti con "giustezza" frugando all'interno delle nostre tasche. Durante il viaggio in treno un lungo e profondo sonno ci colpì, riuscì a svegliarci solamente il controllore. A questo suo gesto seguirono numerose maledizioni. Arrivati alla nave con un netto anticipò decidemmo di procurarci la cena per la notte in modo da non dover regalare neanche mezzo centesimo di euro alla maledetta Tirrenia. Trovammo una pizzeria al peso, 1Kg di pizza interamente per noi. Sembrava di essere in paradiso. Era però giunto il momento di salire in nave.
Ricordate il Minorenne? Bene se non lo ricordate andate a leggere qua. Comunque io ovviamente lo stavo aspettando, non vedendolo sul mio treno e neanche davanti alla nave subito ho pensato il peggio, lo telefonoPesa «Minorenne! Dove sei!?»Minorenne «Oh sono bloccato sul treno! (Il mio odio subisce un'impennata incredibile) C'è un casino con i treni e il treno è fermo a metà strada»Pesa «Io sto salendo sulla nave eh se ti vedo poi scendo giù a portarti il biglietto»Come da telefonata salgo sulla nave. Ore 18.25, del minorenne ancora nessuna traccia, mancano 5 minuti alla chiusura del portellone. Ore 18.29, una sagoma somigliante al minorenne corre in direzione della nave, lo riconosco e mi precipito a portargli il biglietto. Provate a fare le scale mobili al contrario, una delle esperienze più difficili della mia vita. Arrivato alla seconda rampa lo vedo che viene verso di me.Pesa «Ma che cazzo ci fai!? Come hai fatto a salire!?»Minorenne «Boh il tizio mi ha fatto salire dicendo che era tardi»Conclusione: se non avete soldi per il biglietto della Tirrenia arrivate 1 minuto prima della partenza. Potrete viaggiare gratis.
Finalmente la nave parte e finalmente anche io ho un letto in cuccetta, aggiungo una 20ina di euro al mio biglietto ma ne è valsa la pena. La notte è stata indubbiamente molto meno movimentata, tutti quanti sicuramente erano reduci da notti terrificanti e mortali a Roma quindi gli animi erano un po' morti e spenti. Incontriamo vari inaspettati amici, si parla, si beve, ci si diverte. Si incontrano anche strane figure architettoniche: sul vetro del ristorante infatti un graffito fatto con il vomito la faceva da padrone; una parabola di schifo era stata stampata su quel vetro dove la gente per bene consumava comodamente la propria cena; in terra neanche una goccia! Un capolavoro.
Durante la notte, prima che ormai il sonno prendesse il sopravvento su tutto e tutti, Spiderman lancia l'assalto al bar. Chi è Spiderman? È un tizio che si divertiva a saltare per i divanetti del ponte con un cappuccio che gli copriva la testa e non vedeva nulla, quindi rischiò più e più volte la vita. Astuti strateghi pensavano di sfondare la grata di protezione con estintori, i più abili cercavano di scassinare con forcine e inserire le proprie chiavi nella serratura nella speranza di una botta di culo, i più timorosi e passivi invece lanciarono sulla folla calunnie e maldicenze «Oh smettiamola di fare stronzate dai, ci sono poliziotti in borghese per tutta la nave e anche agenti Tirrenia nascosti, finiamola». Non curanti di queste piccole ragazzate andammo finalmente a dormire, per uno dei sonni più belli e pesanti della nostra vita. Il sonno che ci avrebbe riportato finalmente a casa.
FINE
La stesura di questo piccolo racconto è stata possibile grazie alle poche memorie conservate all'interno della mia piccola e bacata testa. Ci tengo a ringraziare: Frederich per aver preso parte a questa avventura senza ne capo ne coda; Mosak, Kevin, Frongia per assurdi discorsi notturna durante il viaggio di ritorno; Sione per aver fischiato alla stazione Termini e averci indicato la strada per la "pizzeria al peso".
Un saluto particolare va a: Tunno (senza il quale probabilmente non avrei scritto nulla), Raffo, Truman, Besia, Memphix, Besia, Giò, Pisello® (che va sempre ringraziata altrimenti si incazza) e i lettori appassionati tutti. Ora riprenderò regolarmente a sparare sentenze e idiozie in queste piccole e povere pagine, continuate a seguirmi. Non voglio dimenticare però il vero protagonista di questa storia. Grazie ONG BAK.
Parte I; Parte II; Parte III; Parte IV.
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