Nonostante la crisi economica, i quattro milioni di disoccupati e i tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici, qui in Spagna, si continua a inaugurare. Oggi Zapatero ,accompagnato dal Re, battezza la nuova linea alta velocitá Madrid – Valencia.
L’investimento per realizzarla è stato di 6.600 milioni di euro e, in soli novantacinque minuti, si potranno percorrere i 391 km che dividono la capitale di Spagna dal Mar Mediterraneo. Questa nuova linea incorona la Spagna come il paese europeo con la maggior rete alta velocitá: 2665 km. Ma le buone notizie non finiscono qui. Nei prossimi sei anni si prevede la creazione di 136 mila nuovi posti di lavoro.
Tutti felici e contenti quindi? La risposta, a mio avviso, è no. Il servizio “Ave” ossia “alta velocidad” è tanto impeccabilmente puntuale, comodo ed efficente quanto caro. Un viaggio andata e ritorno Madrid – Valencia costerá 128 euro, mentre la sola andata circa 80 euro. L’unica strategia per risparmiare sará prenotare sul web e con almeno 15 giorni di anticipo. Se le vostre finanze non vi consentono di spendere queste cifre, o semplicemente avete fretta di prenotare, le vostre possibilitá di viaggiare, a prezzi accessibili, si riducono a due treni “Alvia”, ossia media velocitá, al giorno. Gli Alvia, sono piú economici e raggiungono i 250 km all’ora.
Ridurre all’osso i treni a media velocitá significa obbligare i viaggiatori ad utilizzare l’alta velocitá e a spendere cifre non alla portata di tutti, soprattutto in tempi di crisi. Il governo, peraltro socialista, dovrebbe garantire servizi alla portata di tutti e meno d’elite.
Per motivi di lavoro, sono un utente molto assiduo dei servizi Ave, e mi godo spostamenti rapidi e confortevoli. Ma la mia opinione è condizionata da una premessa decisiva: i biglietti mi vengono rimborsati. Quando mi sposto per motivi non professionali, evito accuratamente l’alta velocitá considerandola una spesa sproporzionata ed eccessiva, e ripiego su un volo o su, un introvabile, treno media velocitá.
Il discorso sull’alta velocitá mi offre lo spunto per raccontarvi la Spagna delle grandi opere: faraoniche e a volte eccessive e sovradimensionate. Quarantotto aereoporti sono troppi, cosí come è esagerato l’esborso di denaro pubblico necessario al loro mantenimento. Molti paesini vantano costruzioni fantasma come auditorium o centri congressi inutilizzati per gran parte dell’anno. Le stesse linee alta velocitá durante il tragitto fermano in stazioni che sembrano vere e proprie cattedrali del deserto. Opere pubbliche, indubbiamente suggestive ma indiscutibilmente megalomani, hanno fatto accumulare, per esempio, alla sola regione di Madrid oltre 12 milioni di debito. Si è costruito troppo, e a volte male annebbiati da una sorta di sindrome di onnipotenza che oggi sta presentando il conto. Ed è molto salato.
La Spagna, dopo aver vissuto al di sopra delle sue possibilitá, sta faticosamente tornando alla realtá. Ho l’impressione che di ció siano consapevoli piú i cittadini che alcuni politici che continuano a utilizzare come armi elettorali, opere innecessarie e pompose.