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Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male. #natale2011

Da Lacucinadiqb
Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male.  #natale2011
Si avvicina il Natale e con esso la 48h di full immersion parentale. Persone che durante l'anno solitamente cerchiamo di tenere a debita distanza.
Fin da piccola le riunioni tra consanguinei, visto che il cibo ancora non mi interessava, sono state per me motivo di sperimentazione della teoria dell'evoluzione della specie. Guardavo gli zii e li confrontavo con i cugini, cercavo di districarmi tra i frutti delle relazioni allargate (azzardando spericolate somiglianze) e mi immaginavo ragazza, donna e poi più matura, tra i segni del tempo che avrebbero modificato andature e fisionomie.
Mia madre, veneta con trisnonni austriaci, soleva frequentemente, e lo fa tutt'ora, sottolineare che tra me e "quei teroni dei to parenti" non c'era assomiglianza, come se il fatto che lei avesse, liberamente e senza costrizione alcuna, sposato (e non solo, visto la  nascita mia e di mia sorella) un signore che faceva Pellegrino di cognome, Ciro di nome, figlio di Ferdinando e fratello di Gaetano, non mi coinvolgesse in alcun modo.

A sua volta mio papà, in gioventù uomo affascinante assai, nel suo pedigree conta trisnonni mezzi greci e mezzi turchi, e questo spiega perchè quando sono in Puglia, piuttosto che ad Atene, persino negli Emirati Arabi mi capita molto spesso di essere scambiata per una autoctona.

Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male.  #natale2011Mio papà Ciro, all'età di 24 anni 
Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male.  #natale2011Al centro il bisnonno Ciro, appena giunto a Venezia per contribuire alla progettazione di quello che diventerà l'aeroporto di Tessera
Un altro complimento di mia mamma, ovvero "per me ti hanno scambiata nella culla", veniva enunciato quando voleva, con sensibilità tutta materna, sottolineare che non riscontrava nel mio comportamento o in determinate mie scelte somiglianze a nessun esponente del melting pot genealogico: come se tra un contadino, un ingegnere aeronautico, un cardinale, un giocatore d'azzardo, un'allegra ballerina di fila diventata ristoratrice e una severissima madre superiora di un severissimo convento non ci fosse posto anche per me, così agitata ma non shakerata.
Praticamente nel mio albero genealogico alla voce "Anna Maria Pellegrino" corrispondeva un n.p., non pervenuta, come la temperatura di Trieste dopo una notte di bora.
Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male.  #natale2011
All'età di 10 anni. Io sono quella con gli occhiali
Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male.  #natale201110 anni dopo. E finalmente con le lenti a contatto
Quando poi sono diventata mamma è ricominciata la tiritera. Anche Monica, mia ginecologa nonché compagna di ginnasio e liceo di Roberto, mentre faceva nascere i miei figli, disse: "Evidentemente Roberto ha i caratteri dominanti". Sensazione che dalla sala operatoria uscì rapidamente per spargersi in tutto il territorio parentale tanto che ogni zia del consorte aveva una foto di lui nudo e piccolo, meno piccolo e più vestito, un po' cresciuto, adolescente e studente liceale (marchiando così tutte le tappe della crescita) in cui la somiglianza di Enrica ed addirittura quella di Edoardo (ma i maschi non matrizzano?!) era al di là di ogni ragionevole dubbio.

Una volta al mare, mentre con i miei figli di 9 e 2 anni stavo camminando sulla battigia, mi sentì chiedere da una turista se ero la loro babysitter...

Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male.  #natale2011

Edoardo e Maggie (3 mesi e 15 chili di tzunami canino)
E siccome chi la dura la vince (e io sono fatta con il fil di ferro) la mia teoria formulata in decine di faticosissime festività assortite, ovvero quella che i "geni (leggi dna) camminano", ha trovato una sua inconfutabile evidenza scientifica: osservate la sequenza di nasi che si vedono in bella mostra nelle foto. Edoardo è proprio 'a Creatura mia ;)Ultimi 10 giorni dell'Avvento: si è quindi con tutte le scarpe dentro il tourbillon natalizio. Eccovi quindi una torta "povera", di tradizione veneta e modificata in 2 dei suoi ingredienti, in onore del sole del sud e del cioccolato della torta di Capri.
Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male.  #natale2011
Focaccia alla "Cecco Beppe" parte veneta e parte-nopeaIngredienti300 gr di pane raffermo (pane che ho confezionato con la farina Petra 9), 8 uova, 80 gr di cioccolato fondente Maglio, 40 gr di gocce di cioccolato, 250 gr di zucchero, la buccia di un arancio bio grattugiato con la microplane, un'abbondante macinata di pepe nero lungo.ProcedimentoPassare il pane al mixer riducendolo in una farina omogenea e sottile.Montare fino a sbiancarli i tuorli con lo zucchero semolato, aggiungere 250 gr di pane grattugiato mescolato con il cioccolato e unire al tutto, molto delicatamente, con movimenti dall'alto verso il basso, gli albumi montati a neve ferma.Imburrare e ricoprire del rimanente pane grattugiato una tortiera di 24 cm di diametro con i bordi alti e cucinare nel forno statico già caldo a 180° per 40'-45' (prova stecchino).Lasciar raffreddare e servire la focaccia decorandola con un po' di zucchero a velo o, se lo si desidera, con uno zabaione di Torcolato. 

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