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Tutto è perduto, tranne il wi-fi

Creato il 31 dicembre 2013 da Einzige
Tutto è perduto, tranne il wi-fi 
"Non faccio niente, d'accordo. Ma vedo passare le ore - e questo è meglio che cercare di riempirle."
Questa frase l'ha scritta Cioran e, a voler cercare il pelo, non c'entra niente con nulla d'attuale. L'ho messa solo per dare un senso a questo post che è l'ultimo post dell'anno, e per dare il senso del tempo che passa e mentre passa muore, così come noi passiamo e moriamo e a nessuno frega un cazzo.Giustappunto - quasi gli déi volessero sghignazzare caustici guardandoci dall'alto - l'anno si va chiudendo con la polemica più inutile del mondo sull'argomento che le bocche si rigirano tra i denti dall'alba dei tempi, quella sulla studentessa affetta da malattia tremenda et tragica che difende la sperimentazione animale e viene inondata di insulti da personaggi ignominiosi et insulsi quasi più ridicoli di lei. Persino Michele Serra s'è scomodato. Gli esseri in forma umana come la studentessa - e qualcuno sottolinea di veterinaria dando subito il tono della stupidità da mattatoio di bambini dementi che è la blogosfera, l'internet in generale e la vita pubblica nell'a.d. 2013 - pensano di meritarsi più tempo, e quindi val bene sacrificare la vita di per sé intrinsecamente squallida di una bestiola random, essere vivente in forma animale. Eh sì, mi sembra giusto, in fin dei conti: un cane non potrà mai godere dei piaceri sublimi di spingere come un epilettico i ditini su uno smartphone, di bearsi dei strabilianti raggiungimenti della civiltà umana come il kindle, l'accento calabrese, la sacher-torte, i riscaldamenti termoautonomi, gli omicidi politici, i pogrom anti-gay e i reality show. Una bestia è bestia perché non potrà mai né leggere Dante, né dipingere, né parlare di politica con Mariuccio del baretto sotto casa - e allora cos'aspettiamo a sperimentare su di lei, ragazzi?(Almeno, a don Gallo, questa l'abbiamo risparmiata).
Tutto è perduto, tranne il wi-fi
Dopotutto, mi sembra che si può dire che il duemilatredici sia stato l'anno della religione - l'unica cosa che ancora ci regala emozioni: dimissioni, nuove elezioni, papi tedeschi che se ne vanno, guachos che arrivano, affermazioni anarchiche buttate come se non ci fosse un domani, e questo solo in riferimento al nostro giardinetto italico occidentale, senza parlare dei continui gorgoglii dell'islamismo, dell'indistruttibile cazzo duro dei parafiliaci ebraici, lo sbolognamento della via di Buddha e i revival pentecostali ed episcopalici e, dulcis in fundo, la straripante corsa di una Scienza sempre più audace, sempre più pronta a tutto, con la mazzafionda ben puntata contro sé stessa, una roba che insomma: la Scienza ha ucciso dio e l'ha sostituito. E tutti sembrano contenti, io, dal canto mio, sospendo il giudizio.Va be', la faccio finita, parliamo di musica.
Disco dell'anno quello dei Daft Punk e sto. No, non lo giustifico.No, non mi frega un cazzo se mi bruciate la macchina o mi stuprate il cane o lo rapite e ci sperimentate su. In un anno senza uscite strappa-capelli, questa è quella che m'ha sconfinferato the most.Poi, va be', è arrivato Burial in finale d'anno e baciamo le mani, i Queens of the Stone Age che forse ci cuccheremo in concerto, il pacato Steven Wilson, i sempreverdi Pelican, le stonate dei Causa Sui, le iniezioni di benzina di Full of Hell, Nails, Comadre, State Faults.I gasatissimi The Ex & Brass Unbound (Mats Gustafson e Roy Paci insieme quando li rivedete?), le spettacolari uscite dei Luminal e dei Marnero (entrambi nostri compatrioti), il figliolo di Fela Kuti in gran spolvero, l'irresistibile fusion trash di Omar Souleyman prodotto da Four Tet, Four Tet e poi tutta l'allegra tombolata dell'electro, una valanga di dischi della madonna che mettono in imbarazzo per qualità e armonia: Hopkins, Blake, Boards of Canada, Zomby immenso, Forest Swords, Fuck Buttons, Machinedrum, Holden, Mount Kimbie, Nosaj Thing.E ancora: Darkside, Atoms for Peace, un fantastico Thundercat, gli incredibili Mop Mop (italiani pure loro), il simpatico Major Lazer.Ah, per chiudere, canzone dell'anno questa.
A stasera con Carlo Conti e Giorgio Napolitano.

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