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Tutto molto buono: quando si mangia?

Creato il 24 giugno 2011 da Simona Giorgino
Anche i vostri partner insistono perché tu possa "ricordare loro" di ricordarsi di fare qualcosa? A me capita, si. Per fortuna, però - dato che non sempre riesco a ricordarmi di ricordargli di ricordarsi qualcosa - lui è in grado di ricordarsene da solo, puntualmente. Di solito, io sono quella a cui sfuggono le cose e lui è quello organizzatissimo che mi dice sempre "ricordami che devo..." e poi lo fa senza che io - ovviamente - glielo abbia ricordato. Non sono esattamente quello che si può dire un buon promemoria!
Tutto molto buono: quando si mangia?Questo qualche giorno fa: si esce per una cena con i suoi colleghi di corso e con gli insegnanti di inglese. Il Tenente mi ha già detto il suo famoso "ricordami di...". Devo ricordargli di prendere una bottiglia di vino primitivo che dobbiamo offrire in omaggio all'amico proprietario della trattoria verso cui siamo diretti, dal quale ci aspettiamo - dopo le sue ampie promesse - una cena da leccarsi i baffi, di quelle abbondanti che poi ti alzi dal tavolo e non sai come fare a nascondere la pancia (non lo puoi fare neanche trattenendo il respiro, perché hai mangiato così tanto che nello stomaco non c'è posto neppure per l'aria). Insomma, partiamo affamati alla volta di Perugia, muniti di Peugeut 107 e Collega a bordo. Ma a metà strada - più o meno - il Tenente mi lancia uno sguardo della serie "preparati che sta per arrivare una cazziata". Sentendomi già in colpa, mi chiedo innocentemente: "Cos'ho combinato stavolta?". Il vino!! Mannaggia la miseria! Non gli ho ricordato di prendere il vino! "Devo ricordarmi di tutto io!", mi cazzia lui. Infondo ha ragione. Però, cavolo, se non gliel'ho ricordato è solo perché io mi fido ciecamente di lui e della sua memoria - tutte le volte si ricorda da solo quello che deve fare, chi poteva immaginare che stavolta non se ne sarebbe ricordato, no?? Non leggo mica il futuro? Voglio dire, se qualcuno mi avesse avvisato che lui stavolta non si sarebbe ricordato da solo di prendere il vino, glielo avrei ricordato io, a occhi chiusi! (...) Insomma, già più o meno in ritardo, facciamo retro front e torniamo all'appartamento, dove lui si fa quattordici piani in ascensore (sette all'andata e sette al ritorno) per prendere la bottiglia di vino dimenticata in un angolo del frigorifero. Quando torna in macchina, mi guarda con l'espressione di chi è dispiaciuto dell'avvenuta cazziata ma io fingo indifferenza (della serie, "ti lamenti che non mi sono ricordata di una cosa! Ma insomma, non succede maaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaai, per una volta!" con apposita faccia da pecorella smarrita).
  Ma, già che ci siamo, spendiamo quattro parole sulla cena.Arriviamo alla trattoria. Bel locale, sotterraneo, tutto in pietra, uno di quei locali rustici che appena ci entri ti viene già l'acquolina in bocca. "Si mangerà 'na meraviglia", mi assicura il Tenente. E ce spero: co' sta fame che c'ho!Arriva prima un piattino che evidentemente funge da antipasto,  ha un'identità indefinita ed un'abbondanza che non basterebbe per sfamare neanche un cagnolino stile chihuahua toy. Ho rimosso adeguatamente gli assaggini che vi erano presenti, tranne un pezzo di ricotta che aveva il sapore di tutte le cose del mondo tranne che di ricotta. Guardo le facce degli altri mentre dicono "mmmm buono" per capire se fanno sul serio o se vogliono solo dimostrarsi educatamente contenti della cena che si prospetta.Il primo è un piatto di tagliatelle con tartufo, ma non un piatto intero. Direi su per giù un/quinto del piatto. Io mi metto a divorarlo con ferocia (evidentemente l'antipasto aveva solo lo scopo di aumentare la fame, come si fa quando si offrono le noccioline per aumentare la sete), cercando di non fare figure di merda con le tagliatelle; di solito, sono una frana in questo e l'unico modo per godermi la pietanza è spezzettare la pasta con i denti, mettere un pezzo in bocca e l'altro lasciarlo ricadere nel piatto, sebbene sia poco educato. Ovviamente, cerco di farlo quando sono certa che non ci sia occhio che guarda in mia direzione, cioè nei momenti in cui il discorso vede coinvolti personaggi dalla parte opposta del tavolo. Quando invece il discorso tende verso la parte del tavolo dove sono seduta io, torno ad assumere movenze delicate e raffinate, cercando di attorcigliare le tagliatelle intorno alla forchetta, con fare determinato e quasi professionale (peccato che le tagliatelle non vogliano mai saperne di attorcigliarsi intorno alla mia forchetta - perché agli altri viene così facile?). Il secondo, oh, il secondo è la cosa più buona di tutta la cena. Dico sul serio. Pezzettini di non ricordo che tipo di carne, in qualità davvero eccezionali: peccato che anche in questo caso non sono sufficientemente abbondanti per riempire uno stomaco umano.  Tutto molto buono: quando si mangia?Di solito, almeno il dolce riesce a conquistarmi in qualsivoglia circostanza. Dopo un pranzo di cui non sono rimasta soddisfatta, arriva sempre il dolce a farmi passare qualsiasi risentimento culinario. Stavolta, invece, neppure il dolce è di mio gradimento (uno spumone al cioccolato e una sottospecie di creme caramel venuta male).
  Una cena striminzita, di quelle che ti viene da alzarti e dire al cameriere: "Perfetto! Dica allo chef che l'antipasto non è stato niente male... quando arriva la cena?". Ah, ma non era l'antipasto??

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