E’ passata poco più di una settimana dal discorso di insediamento del nuovo Direttore del Corriere della Sera. Discorso nel quale i riferimenti al digitale, all’importanza di una “presenza organizzata e non casuale su tutti i social network” ed alla necessità di una riorganizzazione del lavoro che questo comporta sono accompagnati da una sana dose di realismo sulla rilevanza che continua ad avere il giornale nella sua versione cartacea come [di]mostra la word cloud che abbiamo realizzato.
Dopo l’inquadramento generale effettuato in occasione del Festival Internazionale del Giornalismo, iniziamo oggi, partendo proprio da RCS MediaGroup, un approfondimento dedicato a ciascuno dei principali player dell’editoria nostrana.
Il primo grafico illustra lo storico dei ricavi consolidati dal 2002 al 2014 il cui andamento risulta evidente la discesa dei fatturati che hanno però conosciuto, nel periodo preso in considerazione, una crescita più o meno costante fino al 2007. Poi una lunga discesa che ha portato nel 2009 i ricavi ai livelli di sette anni prima e nel 2012 a scendere sotto quota 2 miliardi di euro. Nel complesso la flessione, dal valore massimo raggiunto dai ricavi nel 2007 alla fine del 2014, è di 1.459 milioni di euro.
Una flessione che, come per tutti i gruppi editoriali, è guidata dall’inarrestabile declino del cartaceo ma che per il momento in RCS non corrisponde una adeguata crescita del digitale [certo, il gruppo in Italia è decisamente in buona compagnia su questo aspetto]. Seppure il contributo del digitale ai ricavi totali del gruppo dal 2010 al 2014 è praticamente triplicato – dal 4,6% al 12,6% – la crescita del “peso” del digitale sui ricavi totali sembra oggi in frenata: nel 2012 i ricavi digitali rappresentavano il 9% del totale del fatturato del gruppo, nel 2013 sono pari all’11% e, come detto, nel 2014 il 12,6%. Una crescita sì ma non di quanto probabilmente ci si dovrebbe aspettare tenendo conto che la percentuale è calcolata su ricavi totali che sono, come sappiamo, in calo. L’obiettivo del 21% dato nel piano di sviluppo per il 2015 non sembra facilemtne raggiungibile. In assoluto le revenue da digitale del 2014 rispetto all’anno precedente registrano secondo i nostri calcoli un + 9,7%.
[Nota: il valore dei ricavi da digitale è dato come somma delle diverse aree del gruppo non è scorporato dalle altre voci come ad esempio ricavi pubblicitari e ricavi diffusionali, quindi non è sommabile a questi per ottenere il totale dei ricavi consolidati]
I numeri dei bilanci di Rcs dicono inoltre che la flessione dei ricavi ha soprattutto un “colpevole”: il drastico calo dei ricavi diffusionali. Negli ultimi cinque esercizi – dal 2010 al 2014 – a pesare per quasi il 60% [il 57% per la precisione] sulla flessione di 975,9 milioni di euro dei ricavi totali è il –558,6 milioni registrato dai ricavi diffusionali. Un peso decisamente maggiore di quello relativo alla crisi della pubblicità i cui effetti in Rcs [una flessione di 268,4 milioni nel medesimo periodo] ha pesato sul calo del fatturato “solo” per il 28%. La pubblicità tra l’altro nel 2014 registra un +3,2% rispetto all’anno precedente, ed è la prima volta dopo anni di segno meno.
In Rcs – come in tutti i gruppi editoriali di questo mondo – si è anche molto tagliato sui costi. Quanto? Prendendo come riferimento ancora gli ultimi cinque esercizi il costo del lavoro è diminuito di 127,5 milioni di euro, i costi operativi di 674,6 milioni. Rispettivamente un taglio del 28,1% e del 43,1%. In un grafico ci è sembrato interessante mettere a confronto nel periodo 2014–2010 i tagli dei costi e le flessioni dei principali voci di ricavo.
Nel piano per lo sviluppo 2013–2015, un documento particolarmente importante per il futuro del gruppo, vengono fatte delle previsioni e posti obiettivi per il suo rilancio: ci è sembrato interessante metterli a confronto con i risultati del 2014 per vedere lo “stato di avanzamento” su quegli obiettivi strategici che in Rcs si sono posti per la fine del prossimo anno.
Se per quanto riguarda l’incidenza dei ricavi dal digitale, stimata al 15% a fine 2015, la nostra elaborazione [vedi infografica sottostante] mostra un trend abbastanza in linea con le aspettative in termini di incidenza sul totale, sono però gli investimenti fatti che non hanno portato il reddito atteso.
gruppo rcs | Create infographics[Nota metodologica: i valori delle singole voci, dove non specificato, sono quelli puntuali indicati anno per anno nei relativi bilanci e non quelli rideterminati su base omogenea o riclassificati nei bilanci successivi (per essere più chiari: ad esempio, la voce ricavi del 2012 è quella indicata nel bilancio 2012 non quella rideterminata suvccessivamente nel bilancio 2013)].
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