Tutto si può dire di Berlusconi ma non che non abbia fatto molto, moltissimo, per combattere la crisi. Tutti hanno una amante sola, qualcuno due, lui ha dato lavoro a trenta ragazze, forse di più. Senza contare l’indotto.
Creato il 10 maggio 2012 da Slasch16
Monti, riferendosi alla strage di suicidi per via della crisi, ha detto di rivolgersi al governo precedente che, invece di affrontarla, ne ha negato l’esistenza.
Silvio si è offeso: Monti mi insulta, ha tuonato, probabilmente con l’eco di Gasparri, La Russa e Cicchitto.
Tremonti, per ora, non pervenuto ma pensandoci un attimo non ne avrebbe motivo di risentirsi mentre Berlusconi ne ha ben donde.
Anche Monti, dopo una veloce riflessione, ha fatto dietromarcia come diceva la Gelmini ed infatti ha corretto la prima dichiarazione con una più precisa: Berlusconi ha fatto molto ma ora bisogna fare di più.
A prima vista sembrava una presa in giro per tenerlo buono ma, una volta tanto, è la pura verità.
Anch’io, che ho sempre criticato Silvio per il conflitto di interessi, le leggi ad personam, la cancellazione del reato di falso in bilancio, il mercato dei senatori e così via devo ammettere che Berlusconi per la crisi ha fatto moltissimo, ha creato, direi moltiplicato posti di lavoro come Cristo con i pani ed i pesci.
Chi ha una amante di solito ne ha una sola, se poi ha l’amante per amore e non per interesse muove pochissimo l’economia al massimo spende qualche euro per un Motel, chi può, gli altri si arrangiano in macchina.
Silvio la crisi l’ha presa a picconate, a mazzate spendendo milioni di euro e dando da mangiare ad un sacco di gente tra procacciatori di minorenni, famiglie che gli portavano le figlie a casa, il ragioniere che gli teneva i conti, la matresse che gestiva le trentine, nel senso di trenta ed oltre, pagava le bollette, gestiva gli appartamenti e relativi affitti, voli per trasportarle di villa in villa senza prendere la tradotta, 48.000 mila euro a settimana alla minorenne che gli lucidava il battacchio con le labbra, cenette tipo aziendale ad Arcore e relative festicciole attorno al palo ed un tocco di sana religiosità con la zoccola vestita da suora con tanto di crocifisso in mezzo alle tette.
Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, perchè quando si tratta di Silvio siamo specialisti nel trovare il pelo nell’uovo, è che forse bevevano un po’ troppo, le bambine, ed invece di baciare il crocifisso come gli avevano insegnato sin da piccolo le zie suore, le ragazze sbagliavano statuetta e baciavano il battacchio, enorme, del dio Priapo.
Non dobbiamo dimenticare le Mini cabriolet, la casa della Sanjust, i contratti a Mediaset, le carte di credito prepagate e le buste con i contanti a seconda delle capacità e dell’applicazione e lasciamo fuori le spillette, la sua mania.
E poi le consulenze pagate ai procacciatori, da Lavitola a Tarantini, da Lele Mora ad Emilio Fede che girava tutti i concorsi di bellezza di periferia a caccia di minorenni.
Tutto si può dire di Berlusconi ma non che non abbia fatto niente contro la crisi, anzi, in piena crisi invece di tenersi i soldi per fare il parassita investendo in Btp ha investito nel più grande puttanaio che si ricordi dai tempi di Alessandro VI, il Papa Borgia.
Su vocifera di oltre 100 milioni di euro all’anno, spendeva più in puttane che per Kakà, Ibraimovic e Pato messi insieme.
Berlusconi ha fatto molto per la crisi, come ha dovuto ammettere lo stesso Monti, ma non illudiamoci che si possa fare di più.
E’ impossibile. Parafrasando una riflessione, profonda, della Ruby Rubacuori se Monti, rispetto alla crisi, è la pupilla Berlusconi è il culo, quello che rende, che produce, che muove l’economia. Anche se l’altra pupilla, la Noemi, ha messo insieme qualche appartamento, immaginiamoci cosa può avere reso il culo.
Mi ha ricordato la barzelletta, vecchissima, su Bologna.
Una volta girava il mito che a Bologna fosse disponibile la miglior fellazio del mondo, una specie di classifica dove al secondo posto c’erano le bresciane.
Non offendetevi sono leggende metropolitane che esistono da secoli, non è maschilismo.
Bene un giovanotto decise di provare l’ebbrezza e andò a Bologna, in giro per viali, allora non era ancora proibito, stiamo parlando di decenni prima che arrivasse la Carfagna.
Ad un certo punto vide sul marciapiede una ragazza bellissima, si avvicinò timoroso e le chiese: Vai anche di bocca?
Certo, rispose la fata, è la mia specialità.
Mentre lo gli indicava la strada per arrivare al posto tranquillo e riservato per passare all’opera, la fata gli indicò un palazzo e gli disse: vedi quel palazzo? E’ mio, l’ho comprato con i proventi del culo. Complimenti disse il giovanotto, devi essere bravissima.
Poco dopo, la fata, gli indicò due palazzi dicendo, quelli li comprati con gli incassi dei pompini. ormai erano in confidenza ed il linguaggio era più diretto.
Qualche attimo di silenzio da parte del giovanotto, per riprendersi, e poi scattò inarrestabile la domanda: chissà cosa avrai comprato con la figa.
La fata sorrise e rispose, se avessi anche quella sarei padrona di mezza Bologna.
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