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Tutto su mia madre

Da Miwako
Cercare le parole, in questo momento, è come voler urlare un arcobaleno, come voler piangere petali, come voler addentare la felicità, come voler circcoscrivere l'infinito. Ossimori. Così tanto amore e rispetto e ammirazione e gratitudine e non-so-cosa che non c'è modo di tradurre in un' istantanea alfabetica ciò che sento.
TUTTO SU MIA MADREIl profumo del mare d'inverno, le conchiglie sporche di sabbia umida, tra le mani gelide, pronte a raccontare storie silenziose; le merende nella calura estiva, all'ombra di quelle stesse betulle a cui, tanti anni dopo, avrei affidato le mie memorie finlandesi; la pasta di sale, sul tavolo della cucina, tra i capelli, mescolata alle tempere e alle mie dita di bambina; le lunghe passeggiate, i pic-nic sui colli, con la coperta rossa a quadri e l'Audi 80; le gite sulla neve, con le tute intere dai colori improponibili, un'ora per slacciare tutto e fare la pipì, lo slittino e i pattini da ghiaccio; le vacanze di Natale, l'albero ogni anno più pieno, i cani, la cioccolata calda e la panna fresca; Il Ciccio in passeggino, io coi pattini, le capanne dentro casa, sotto i tavoli, sugli alberi; gli anemoni e l'uncinetto, il GattoGigante ai ferri (lavorato ai ferri, mica mangiato!), l'oca, la stellina, l'albero di Natale, il GattoGuanto, Eze, La Ciucia, le rose di cera e la "catena visiva"; le prime viole nel vasetto di vetro, i fiori d'acacia e di magnolia, l'altalena, l'amaca, la casetta per gli uccelli e l'albero delle farfalle; le maratone di shopping, le risate, la gente vestita male e noi che facciamo le comari; le chiacchierate, i silenzi, le lacrime nascoste, le cose non dette, i lunghi abbracci che parlano del profumo di una mamma e una figlia...Potrei continuare senza sosta, come una riserva d'acqua inesauribile.
TUTTO SU MIA MADREIndietro non si torna, disse qualcuno. Ma bisogna risalire la foce per trovare acqua pura, bisogna arrivare alla sorgente per sapere da dove veniamo. Almeno una volta nella vita, come alla Mecca. Ed io, che sono grazie a lei, non avrei potuto desiderare di meglio, non avrei potuto nemmeno immaginarlo. E mi sento sua come lei si sente mia, sento la sua matrice in me, sento che sono altro da lei ma che sono parte di lei. Lei è il luogo a cui tornare, sempre e comunque, lei è chi mi ha insegnato a stare al mondo, chi mi ha insegnato tante cose, e continua a farlo, chi mi ha disinfettato le ginocchia sbucciate, chi mi ha accarezzato nel sonno con la febbre alta, chi ha inventato mille giochi per le grigie giornate d'inverno, chi mi raccontava di Babbo Natale e della Lapponia in tempi non sospetti, chi mi ha regalato il cavalletto per dipingere, chi ha riso con me delle stampelle e del busto e delle tonsille, nascondendo la preoccupazione, chi ha saputo esserci, chi ha saputo farsi da parte, chi, pur nella consolidata anemia comunicativa di una famiglia come tante, mi capisce e mi accetta per quella che sono, ogni giorno, anche se non sono mai la stessa, anche se non lo dice.La radice di tutto questo è proprio la, in quella fredda sera di Marzo, dove quella lenta e inarrestabile evoluzione che è il susseguirsi del tempo, ha scandito il passaggio da un giorno all'altro, dal 21 al 22,  e nel momento in cui un nuovo giorno ha visto la luce, da quella stessa oscurità che era già il giorno dopo, anche una bambina ha visto la luce. Il 21 marzo lei, il 22 io. Lei e me. Nasce una figlia e nasce una madre.Auguri mamma,  auguri a noi, con tutto l'amore che c'è.

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