Uber e UberPOP: cosa sono
Il car sharing incontra le apps grazie a Uber. In un mondo sempre più tecnologizzato, le apps sono una delle realtà con cui ci confrontiamo nella nostra quotidianità. Anche gli spostamenti non fanno eccezione. Citando il sito ufficiale, “Uber è un’applicazione mobile che permette di richiedere passaggi in città con un semplice tocco sul tuo smartphone.”.
La società nasce nel 2009 a San Francisco, USA, dall’idea di Travis Kalanick e Garrett Camp. Uber è un servizio di car sharing diffuso in tutto il mondo: il suo punto di forza è l’utilizzo dell’app dedicata per poter trovare un passaggio in auto, mettendo in contatto autisti e clienti e prenotando una vettura. Il funzionamento è semplice: è necessario scaricare l’app, registrarsi con la carta di credito ed effettuare la richiesta per l’auto. Una notifica sul cellulare permette di identificarne il modello, abbinato ad una fotografia, e nome del guidatore.
Oltre a Uber, con il tempo è stata implementato anche UberPOP. Se Uber fa concorrenza diretta ai taxi, grazie a modalità di fruizione molto simili, UberPOP svolge lo stesso tipo di servizio, senza però la necessità di licenza e rivolgendosi esclusivamente da privati a privati, a un costo inferiore. Ciascuno può infatti sfruttare la propria automobile per offrire un passaggio in auto, in cambio di una tariffa fissa. I requisiti necessari? Avere la patente da almeno tre anni, un’auto di proprietà vecchia al massimo di otto anni con un minimo di quattro posti, l’assicurazione anche per i passeggeri e la fedina penale pulita.
L’arrivo a Torino di UberPOP
Il 5 novembre 2014, la città di Torino ha visto il lancio di UberPOP, già presente in altre tre città italiane (Milano, Genova e Roma). Qualche mese fa, la scelta di Torino non è stata affatto casuale, come riportano le parole di Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber.
“Oggi Torino ha bisogno di muoversi. Da Porta Susa, dal Lingotto durante le fiere, come quella del Libro o come il Salone del Gusto. Torino è una città che ospita Artissima, la più importante manifestazione di arte contemporanea a livello internazionale. Accoglie festival culturali di grande rilievo. La città è sempre più una meta turistica grazie anche al Museo del Cinema. E poi ci sono gli studenti universitari, i pendolari che dai paesi della cintura devono arrivare in centro per lavoro. Noi a Torino vogliamo offrire un supporto economico al servizio pubblico che spesso non riesce a fare fronte a una domanda sempre crescente”.
La protesta contro Uber
La nascita e lo sviluppo di Uber e UberPOP hanno scatenato un’ondata di proteste tra i tassisti di tutta Europa. Il servizio è stato bandito a Bruxelles e a Berlino. Per quanto riguarda Torino, a metà novembre 2014 i tassisti, estremamente contrari all’iniziativa, sono stati ricevuti in rappresentanza sindacale dagli assessori alla Polizia Municipale Giuliana Tedesco e al Commercio Domenico Mangone.
Gli assessori hanno insistito sulla necessità di garantire la sicurezza sia per gli utenti sia per la circolazione del traffico, riprendendo anche una frase del ministro Lupi che definiva Uber “un servizio illegale, svolto da soggetti privati privi di autorizzazione amministrativa”. A novembre 2014 erano stati sequestrati tre mezzi abusivi nella città di Torino. In particolare, i tassisti puntano il dito contro l’infrazione della legge che regola il noleggio auto con conducente.
La protesta dei tassisti contro Uber, mai completamente placata, si è inasprita durante l’inizio di febbraio 2015. Sul web, infatti, sono state diffuse alcune bozze di un ddl che potrebbe prevedere una riforma a favore dei noleggiatori con conducente, eliminando sia il ritorno in rimessa obbligatorio per ricevere le chiamate sia il vincolo della territorialità.
Il 17 febbraio a Torino è previsto uno sciopero di 24 ore dei tassisti. Il sindaco Fassino ha voluto ribadire che “Fare un’ordinanza come chiedono i taxisti per bloccare Uber è inutile, c’è già la legge”. Infatti, una legge datata 1992 prevede che regola il trasporto pubblico dei cittadini e Uber la sta violando. Come ha sottolineato Fassino, “Come presidente dell’Anci ho chiesto un incontro su Uber al Governo perché si adotti una stessa linea di condotta su tutto il territorio nazionale.”