Ieri la marcia dei parlamentari del PDL appena eletti sul tribunale di Milano, dove il caudillo sta affrontando processi ormai arrivati alle ultime udienze.
Vederli schierati, in difesa del Capo, sotto la gigantografia di Falcone e Borsellino, potrebbe essere l'immagine più simbolica di questa legislatura e forse dell'intero ventennio berlusconiano, iniziato proprio mentre le coscienze del paese ancora piangevano le stragi di Palermo.
Sono finiti gli anni del 61 a 0 in Sicilia, degli editti più o meno bulgari con i quali si espellevano dalla Rai comici sgraditi e contemporaneamente vi si facevano entrare avvenenti ospiti di "cene eleganti", ma soprattutto sono finiti gli anni dei parlamenti occupati da falangi pronte a votare qualsiasi norma che trasformasse reati in azioni lecite, prostitute marocchine in sante e sterco di vacca in Chanel n.5.
Come ieri ha ricordato il M5S, pronto a sfidare non Berlusconi (la cui sorte ormai è appesa ai certificati medici, come l'insegnante che da anni ha un secondo lavoro ed evita il liceo come la peste, oppure il più oscuro travet fannullone di brunettiana immagine) bensì il PD, che per anni (grazie all'inciucione Massimo... D'Alema) non ha mai voluto affondare il colpo quando la norma sull'incompatibilità gliene dava ampia possibilità.
Se il M5S si accorderà con Bersani per garantire un governo al paese finalmente lo scenario politico si sgombrerà del personaggio più fosco della storia di questo paese. Finalmente il parlamento smetterà di essere bloccato sugli interessi penali ed economici dell'uomo più ricco d'Italia e si occuperà degli altri 60 milioni di italiani.
Purtroppo ci sono troppi interessi a far fallire l'intesa, il pericolo maggiore arriva -come al solito- proprio alle spalle, com'è buona tradizione a sinistra.
In realtà svoltare, andare avanti, a parole lo vogliono tutti, in realtà c'è troppa gente a cui fa comodo l'attuale situazione. Niente di nuovo sotto il sole.
Ed intanto mi sembra di vedere nuovamente ammazzati Falcone e Borsellino.
Magazine Politica Italia
Ieri la marcia dei parlamentari del PDL appena eletti sul tribunale di Milano, dove il caudillo sta affrontando processi ormai arrivati alle ultime udienze.
Vederli schierati, in difesa del Capo, sotto la gigantografia di Falcone e Borsellino, potrebbe essere l'immagine più simbolica di questa legislatura e forse dell'intero ventennio berlusconiano, iniziato proprio mentre le coscienze del paese ancora piangevano le stragi di Palermo.
Sono finiti gli anni del 61 a 0 in Sicilia, degli editti più o meno bulgari con i quali si espellevano dalla Rai comici sgraditi e contemporaneamente vi si facevano entrare avvenenti ospiti di "cene eleganti", ma soprattutto sono finiti gli anni dei parlamenti occupati da falangi pronte a votare qualsiasi norma che trasformasse reati in azioni lecite, prostitute marocchine in sante e sterco di vacca in Chanel n.5.
Come ieri ha ricordato il M5S, pronto a sfidare non Berlusconi (la cui sorte ormai è appesa ai certificati medici, come l'insegnante che da anni ha un secondo lavoro ed evita il liceo come la peste, oppure il più oscuro travet fannullone di brunettiana immagine) bensì il PD, che per anni (grazie all'inciucione Massimo... D'Alema) non ha mai voluto affondare il colpo quando la norma sull'incompatibilità gliene dava ampia possibilità.
Se il M5S si accorderà con Bersani per garantire un governo al paese finalmente lo scenario politico si sgombrerà del personaggio più fosco della storia di questo paese. Finalmente il parlamento smetterà di essere bloccato sugli interessi penali ed economici dell'uomo più ricco d'Italia e si occuperà degli altri 60 milioni di italiani.
Purtroppo ci sono troppi interessi a far fallire l'intesa, il pericolo maggiore arriva -come al solito- proprio alle spalle, com'è buona tradizione a sinistra.
In realtà svoltare, andare avanti, a parole lo vogliono tutti, in realtà c'è troppa gente a cui fa comodo l'attuale situazione. Niente di nuovo sotto il sole.
Ed intanto mi sembra di vedere nuovamente ammazzati Falcone e Borsellino.
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