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Ucciso in Svizzera l'orso che "non aveva rispetto per le persone!

Da Eloisa @EloisaMassola
Ucciso Svizzera l'orso SVIZZERA - Dopo i gatti "inselvatichiti", questa volta è toccato all'orso trentino M13, appena risvegliatosi dal letargo e ucciso in Svizzera, nel cantone Grigioni (notizia Ansa).
Il tragico epilogo della vicenda di M13 (che su Facebook aveva un gran numero di fan e sostenitori) era del resto prevedibile: il capo dell'Ufficio grigionese della caccia e della pesca, Georg Brosi, aveva infatti dichiarato che l'orso era diventato pericoloso, in quanto «non ha più alcun rispetto per le persone» (sic!). Frase che - non c'è bisogno di sottolinearlo - gronda specismo da ogni sillaba.
Come se le leggi del mondo naturale girassero solo ed esclusivamente intorno a noi, razza spocchiosa dedita al più becero "spara-spara, ammazza-ammazza". Come se ciascun essere vivente dovesse inchinarsi a noi e alla crudeltà delle nostre armi.
Le colpe di M13? Essersi nutrito uccidendo alcuni animali domestici, aver fatto razzia di ortaggi "causando un grande disordine", essersi avvicinato troppo ai centri abitati e aver spaventato una ragazzina con la sua sola presenza. Insomma, essersi comportato "da orso".
E' innegabile che la convivenza fra uomini e animali selvatici sia diventata ai giorni nostri e in certe zone molto problematica. Tuttavia permettetemi di rilevare ancora una volta quanto situazioni simili siano sempre e comunque imputabili all'uomo, che (utilizzando il pessimo criterio della "legge del più forte") ha colonizzato e sfruttato il mondo naturale fin dove era possibile, espandendo a dismisura città e centri abitati e costringendo la fauna selvatica in zone sempre più ristrette, all'interno delle quali è difficile procurarsi il cibo necessario per la sopravvivenza.
Quello di M13 non è del resto il primo episodio di abbattimento in Svizzera: come ricorda anche il "Corriere del Ticino", nel 2008 era stato ucciso nella regione di Thusis l'orso JJ3 (anche lui ritenuto potenzialmente pericoloso per l'uomo), in seguito imbalsamato ed esposto presso il Museo della Natura di Coira. Non solo, dunque, le autorità svizzere continuano a "sparacchiare" indisturbate a quegli animali che non si dimostrano abbastanza "rispettosi" nei confronti degli esseri umani, ma - incuranti delle numerose proteste e petizioni organizzate dai cittadini - oltre al danno aggiungono la beffa, esponendo al pubblico con malcelato orgoglio i cadaveri di queste povere vittime. Complimenti vivissimi.

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