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Ucraina: e’ guerra di clan

Creato il 16 maggio 2014 da Conflittiestrategie

Non si può comprendere fino in fondo l’attuale conflitto in Ucraina senza elaborare una mappa dei poteri oligarchici che controllano il Paese. Certo, non possiamo farlo esaustivamente ma la letteratura giornalistica ha già riempito migliaia di pagine sulla distribuzione del potere economico-politico in Ucraina e sul suo modus operandi, costantemente a metà tra mafia ed affari. A noi basterà evidenziare qualche altra informazione per comprendere meglio la situazione e immaginare gli sviluppi dei prossimi mesi. La guerra civile non sarebbe mai scoppiata senza i soldi di questi “signori” che hanno prima finanziato la rivolta di Majdan, in accordo con alcune potenze occidentali, e poi si sono scontrati tra loro per raccogliere i frutti della sedicente rivoluzione.
Ancora una volta il popolo è stato tirato in mezzo per interessi non suoi e, more solito, si scanna belluinamente per non cambiare di una virgola il proprio destino, perché questo è quasi sempre il truce destino del popolo che va dove lo porta il cuore e mai dove gli indica la ragione.
L’Ucraina è organizzata come una società tribale, non tanto per linee di sangue (per quanto l’etnia sia un indubitabile dato aggregante) ma per raggruppamenti “clanici” del profitto truffaldino. Le potenze occidentali hanno avuto gioco facile ad inserirsi in questo contesto per fomentare il caos ed avvantaggiarsene in qualche maniera. Lo scopo era quello di mettere in difficoltà la Russia e trascinarla in un pantano simile a quello siriano, essendo essa l’unica potenza che ha qualcosa da perdere dai disordini scoppiati ai suoi confini.
Soltanto sceverando questi elementi è possibile intuire perché dopo una rivolta di piazza, per la democrazia e la libertà (un paio di palle…belle e buone), gli ucraini si ritrovino al governo, ancora una volta, il peggio della feccia oligarchica autoctona che da decenni accumula ricchezze alle spalle dei cittadini, saccheggiando le risorse nazionali (per spostarle all’estero) e diffondendo la corruzione ad ogni angolo di quella società.
I clan più grandi, che controllano imperi imprenditoriali, si dividono il territorio ed esprimono posizioni politiche differenziate, incluse le “inclinazioni estere”. Il clan di Donetsk è quello che realizza il 20 % della produzione industriale del paese. Con Lugansk si arriva ad 1/3. E’ questo il boccone che le cerchie dell’Ovest hanno preso di mira. Senza il Donbass il loro tentativo di ridisegnare la geografia del potere e lo sbilanciamento verso l’Ue e la Nato sarebbe fallimentare. Esse si sono coalizzate per capovolgere i rapporti di forza ed egemonizzare i settori strategici amministrati dagli oligarchi del posto (quasi tutti residenti all’estero, ma la cosa vale anche per gli avversari dell’Ovest). Parliamo del clan di Dnipropetrovsk, che realizza il 16% della ricchezza industriale dell’Ucraina (1/4 insieme alla Zaporozhye) e quello di Kiev, centro finanziario della nazione. Poi c’è il clan Galiziano, il più aggressivo, che è sì schierato con Kiev ma punta ad una autonomia amministrativa forte dal resto del Paese. Il clan di Donetsk è guidato dall’uomo più ricco dell’Ucraina, il magnate della metallurgia Rinat Akhmetov (con un patrimonio personale di 22,3 miliardi di dollari secondo Bloomberg). Akhmetov pare abbia supportato la milizia del Donbass, si dice per mostrare i muscoli agli altri clan e proteggere i suoi interessi, ma non condivide l’idea dei resistenti di puntare ad una secessione. Akhmetov sostiene la federalizzazione delle regioni dell’est per conservare il suo dominio nell’area senza perdere i mercati dell’Ovest e i legami occidentali. Inoltre, le sue industrie decotte ed inquinanti non sopravvivrebbero senza il gas russo, per questo si crede che sia un interlocutore importante di Mosca. I padroni della regione di Dnepropetrovsk sono Viktor Pinchuk (3,8 miliardi dollari di patrimonio personale secondo la rivista Forbes) e Igor Kolomoisky (4.2 miliardi di dollari secondo la rivista Focus). Kolomoisky (timoshenkiano di ferro, come si è definito in passato) è proprietario del più grande gruppo bancario ucraino, Privatbank, direttamente legato alla finanza ebraica (ha passaporto israeliano), è colui che sta sostenendo economicamente le fazioni radicali di Pravy Sektor e altre divisioni ultranazionalistiche (non si capisce chi sia il più incoerente in questa strana alleanza ss-ebrei). Sarebbe stato Kolomoisky, da quanto si evince anche da alcune intercettazioni telefoniche, ad aver organizzato il massacro di Odessa. Recentemente, Kolomoisky ha minacciato di morte il deputato del partito delle regioni Tsarev, candidato alla Presidenza ritiratosi dopo esser stato aggredito da militanti di Svoboda.
Il clan di Kiev e quello galiziano hanno cambiato spesso teste e collocazione politica (trattandosi di scaltri affaristi è piuttosto facile riuscire a comprarli e convincerli al salto di campo). Alla fine degli anni ‘90 i suoi leader erano Medvedchuk (460 milioni di dollari di patrimonio, secondo la rivista Focus) e Grigory Surkis. Ai tempi di Kuchma, ex premier e presidente dopo Kravchuk, è venuto alla ribalta Firtash ( 3,3 miliardi dollari, secondo la rivista Focus). Costui dopo essere stato arrestato dal FBI su richiesta di Vienna, è stato rilasciato con una cauzione record 125.000.000 €. In seguito a questo evento è diventato un fervente antirusso, probabilmente su “consigli” che non si possono rifiutare dell’intelligence Usa. Controlla la più grande stazione televisiva ucraina ma ha perso asset energetici in Crimea e sta per vedersi sottratti anche quelli nel Donbass. Poi ci sono Igor Eremeyev, che pur avendo costruito le sue fortune sul commercio del petrolio russo finanzia la russofoba Gromadske.tv, Poroshenko il re del cioccolato e di Channel Five. I russi hanno quasi interdetto la vendita dei dolciumi roshen, il suo marchio, sul mercato interno per motivi sanitari.
Queste sono le personcine per bene (l’elenco sarebbe più lungo ma qui non abbiamo né tempo né spazio per dire tutto) che hanno messo a ferro e fuoco un intero Paese portandolo al collasso politico, economico e sociale. Questi gli amici sponsorizzati dal clan Atlantico. Costoro hanno messo l’Ucraina al centro di una grave crisi internazionale – purtroppo appoggiati dalla Casa Bianca, dove abita il peggior presidente della storia americana che, con le sue mosse a casaccio, sta letteralmente ingarbugliando lo scacchiere mondiale, non avendo altro obiettivo oltre a quello di far precipitare nell’instabilità tutto ciò che non può attirare nella sfera d’influenza Usa- dalla quale non si uscirà tanto facilmente e che i russi avevano cercato in tutti i modi di evitare. I russi, non gli occidentali i quali tirano la bomba e poi nascondono la mano, puntando il dito contro il vicino che si era un attimo distratto.


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