La Grecia fuori dall’Euro, è un fatto ormai noto. Difficilmente ci saranno sorprese sulla questione. La crisi greca è arrivata a un tale punto di non ritorno che la permanenza della Grecia nella moneta unica appare sempre più un finale fantascientifico. In Gran Bretagna già ci si prepara a stampare le nuove dracma, che saranno svalutate pesantemente, sfiorando forse il 40% del valore in euro. Roba pesante, ma che purtroppo non si potrà evitare. Seppure sono certo che la Grecia riuscirà nel giro di qualche anno a risollevarsi e risollevarsi bene, senza il peso del Fiscal Compact e del Patto di Stabilità. Sempre che punti sui settori economici in cui eccelle. In particolare il turismo. E sempre che la dracma venga agganciata a una moneta forte, che potrebbe essere il dollaro o persino lo stesso euro.
Per un paese occidentale che esce, seppure rimarrà nell’UE, un paese islamico entra. La Turchia. Mi chiedo sinceramente perché questa smania dell’Unione Europea di fare entrare nell’Unione un paese islamico, fintamente moderato, che nega e pretende che gli altri paesi neghino l’evidente genocidio armeno di un secolo fa. Evidentemente ci sono degli interessi di mezzo, perché non si spiega altrimenti questa esigenza, anche in ragione delle leggi turche poco rispettose dei diritti umani, dell’atteggiamento arrogante delle autorità turche nei confronti di Israele e nella presenza dell’Islam radicale (o dell’Islam) nelle sue istituzioni. Me lo chiedo, anche dinanzi agli atteggiamenti intollerabili della Turchia proprio nei rapporti con la Grecia sulla questione Cipro, che ancor oggi scalda gli animi di entrambe le nazioni. Da ultimo, la Turchia ha minacciato alcune società di trivellazione di non lavorare nell’area greco-cipriota, altrimenti non avrebbero avuto possibilità di partecipare a gare d’appalto in Turchia.
Robe da matti! E l’Europa si deve accollare questo paese? È indubbio infatti che l’atteggiamento arrogante e pretenzioso della Turchia fa a pugni con la solidarietà europea. Peraltro, è chiaro che la presenza della Turchia nella UE annacquerebbe ancor di più le radici cristiane dell’Unione. E anche questo è un aspetto intollerabile. Perché già l’Europa vive un’identità culturale ambigua. Con una Turchia “europea” qualsiasi identità cristiana verrebbe del tutto meno, con l’ulteriore pericolo della introduzione nel sistema europeo di norme volte a tutelare e difendere principi incompatibili con la libertà e la dignità degli esseri umani.
Eppure, pare che da quest’orecchio gli europeisti non ci sentono proprio. Tra i quali i nostri governanti italici, che supportano o comunque non ostacolano in alcun modo l’ingresso della Turchia nell’UE. Peraltro, la situazione è persino peggiorata con l’elezione di Hollande all’Eliseo. Seppure il socialista in campagna elettorale abbia fatto intendere che la Turchia in Europa è una eventualità sulla quale si deve essere cauti, è anche vero che difficilmente si opporrà al suo ingresso come si oppose Sarkozy. Il quale peraltro si scontrò con Ankara proprio sulla questione del genocidio armeno, che i turchi — ricordiamo ancora — pretendono venga cancellato dai libri di storia di qualsiasi paese, pena la rottura o il pregiudizio dei rapporti diplomatici. Dunque arroganza su arroganza.
Se questa è la Turchia, invidio i greci che usciranno da questa porcata chiamata Unione Europea. Un manipolo di banchieri interessati solo ai soldi che non hanno rispetto né per la cultura dei popoli che governano né per i principi di libertà e democrazia che dovrebbero informare tutte le strutture costituzionali di chi intende a far parte dell’Europa. Aggiungo pure che la Turchia non è un paese europeo. Non lo è mai stato. È un paese islamico. È un paese distante dalla cultura occidentale. La sua presenza nell’Unione creerà solo tensioni, nervosismo, scontri, e comporterà — come ho già detto — forti limitazioni della libertà delle persone e della tutela dei diritti umani. È peggio di prendersi la rogna. I nostri “cari” governanti europei dovrebbero tenerlo a mente. Ma forse lo sanno già. Solo che loro non ragionano in termini di popoli, identità e tradizioni. Ragionano in termini di euro. E il risultato di questo ragionamento si è visto con la Grecia. Voglio seguire la Grecia!
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di Martino © 2012 Il Jester