Le sanzioni economiche contro la Russia rischiano di avere conseguenze molto serie per i membri dell’Unione Europea: è la perplessità espressa dal candidato socialista alla presidenza Ue Martin Schulz in un’intervista rilasciata la scorsa settimana al quotidiano francese Le Parisien. “Dovremo preparare i cittadini all’idea che tali sanzioni avranno purtroppo un impatto anche sulla nostra economia, che andranno dall’aumento delle tariffe energetiche fino al blocco degli investimenti europei in Russia”, ha dichiarato l’attuale speaker dell’Europarlamento ed esponente della SPD tedesca. Schulz tuttavia respinge l’idea che l’Europa abbia incendiato le polveri in Ucraina, anzi ne difende la presa di posizione nei confronti di Mosca: “Possiamo dare la colpa all’Europa se l’ex presidente Yanukovic, sotto la pressione russa, ha rifiutato l’accordo di adesione che l’Ue gli aveva proposto? La Russia ha annesso una parte di un altro Stato, in violazione del diritto internazionale. Questo è inaccettabile, è la prima volta che accade dalla seconda guerra mondiale”.
In una risoluzione non vincolante adottata a metà aprile, l’Europarlamento ha sollecitato le autorità comunitarie ad imporre sanzioni alle compagnie energetiche russe operanti sul mercato europeo, ed ha anche sollecitato di congelare la costruzione del gasdotto South Stream, progettato per portare il gas russo direttamente in Europa senza passare per l’Ucraina.
La risoluzione ha anche evidenziato “l’urgente bisogno di una politica di sicurezza energetica comune per ridurre la dipendenza dell’Ue dalla Russia, che includa la diversificazione delle fonti e la capacità di sospendere le importazioni di gas russo in caso di necessità”.