di Stefania Mattana
Gli uomini dovrebbero imparare dalla loro stessa storia. É un concetto importantissimo che si tenta di inculcare nella testa della gente, ripetendolo continuamente a scuola, in televisione, su libri e giornali. Ma l’homo sapiens sapiens certe volte perde i suoi due aggettivi uguali, e chi ne piange le conseguenze sono sempre gli innocenti. É ciò che succede puntualmente nei mari e negli oceani di tutto il mondo, da quando esiste il petrolio. Stavolta a farne le conseguenze è il fragilissimo ecosistema marittimo della Nuova Zelanda: un cargo libanese si è incagliato al largo di Tauranga, provocando una frattura della nave che ha già riversato in mare oltre 300 tonnellate di greggio.
Un disastro che riporta alla mente la tragedia del Golfo del Messico, ma anche le piccole perdite di petrolio e scorie che in questi giorni stanno colpendo le nostre coste, come l’Argentiera in Sardegna. Un copione sempre uguale che l’homo ottusus stoltusque continua a riproporre nei teatri di tutte le coste del pianeta. La Rena è ancora in condizioni molto critiche: le sue fratture continuano ad allargarsi e il rischio di una rottura della nave in due parti è preoccupantemente possibile, e sarebbe una tragedia incalcolabile. I responsabili della nave sono stati arrestati e messi già sotto processo; i loro visi sono stati offuscati per ovvi motivi. Le organizzazioni non governative, il Ministero dell’Ambiente neozelandese e decine di volontari si sono già messi in moto per salvare la flora e la fauna in pericolo, ma per moltissimi pinguini blu, cormorani e cetacei non c’è stato niente da fare.
Qualcuno cerca di fare dell’ironia, come la foto che vi proponiamo che ritrae Piri Weepu che intima al premier kiwi di fare qualcosa: “John Key, ripara quella perdita di petrolio! Ma è possibile che qui debba fare sempre tutto io?”, dice in maniera un po’ più colorita.
Un altro meraviglioso pezzo della nostra Terra però sta morendo. Avremmo preferito parlare di Marea Nera in Nuova Zealanda riferendoci solo agli All Blacks, e invece dobbiamo assistere ancora una volta a uno spettacolo avvilente. Questa è l’eredità che stiamo lasciando ai nostri figli, e ancora una volta non ci resta che guardare le immagini di secchielli pieni di pinguini coperti di nero e dagli occhi sbarrati.