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Ulisse - di William Stabile

Creato il 24 luglio 2012 da Pulfabio
Riporto qui un'altra poesia di William Stabile, un amico, scrittore, poeta e viaggiatore. I versi di William sono rubini birmani, in questa miniera di spezie, giungla e sudore. È un onore averlo qui.
Durante un viaggio a Panama nel 2003, seduto su uno sgabello al bancone di un bar, William scrive le prime strofe su un pacchetto di sigarette.
Brandelli dei suoi viaggi stanno sparsi in queste pagine. Cercateli.
Ulisse 
“ l’uomo senza dei é nulla ”Nettuno a Ulisse naufrago
vento caldo tra i ramidell’uliveto sull’isolaItacacipressi annuiscono al vento e ai pentagrammi dei cancelli cani ululano alla luna vento a pelo d’acqua che sale sui declivi e ti viene a cercaretra gli ortipasseggiando tra gli ortitra muri a secco chiusidi pietra sull’isola vedo l’uomo svoltare l’angolochi è ?
forse Nessuno ?
Il cammino mi chiamava........................................
nulla mi ostacola senon una figura convessache mi somiglia
partii…
fu il turbinio del ventomi resi contomi dettero in dote Castalia la linguasi disciolse in tasselli di sale di sole di sabbia  che costituiva la pellela prua penna dello scafo incidevanell’onda del mare  piccole lineeonde di questo grande quaderno la vitail mare così incertoscrive il mio versoqual’e’ il senso dell’onda ?forse le penelope palpebre chiudersi ?mentre a pelo d’acqua emergonoversi e parole che aggrumanopresso lo scoglio la rocciadove son significatod’amore
*questo continuo controllare gli stralli le cime e armare le navi salpare partire all’arrembaggiosbarcare alla prossima spiaggiae continuare a nutrirsidi felicità e disperazionequesto lasciarsi cadere questo non resisterequesto essere sconfitti e rinascere incessante come il mare forte universale animalecome il mare la marea -eterno fracasso dell’onda -sulla spiaggia sempre  sempre  sempre
*questo continuo ripetersidell’onda sulla riva questo parlare orale dell’onda del mare del mare orale  della bocca dell’ondaquesto linguaggio primordiale  secco acuto mineraledel mare oralee alla deriva questo poter ancora alzare gli occhi al cieloe gridare:  cosa vuoi da me ? non mi è rimasto nulla  nulla solo la vita...la mia vita che cosa devo capire ? cosa ? voglio che tu capisca che l’uomo senzadei è nullanulla
*e poter ancora apprezzare fresche sul volto la fronte le note della pioggia caderescrivere un pentagrammadi sensoed il corpo totalmente  avvolto immerso in un panno d’acqua questa acqua tagliata come lamina di metalloche brucia la pelle e questo dire ancora
si  si  si
ed ancora simentre affondiamo affoghiamo
si  si  si
sono io sei tu Signore
piccolo  piccolo  piccoloumano troppo umano
William Stabile
Introduzione di Fabio Pulito

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