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Non ho ben capito chi ha vinto tecnicamente ma è irrilevante. C’è un partito che non c’era e che ha d’incanto 8 milioni e passa di voti. Due partiti che invece si spacciano per colossi, ma sono morti da anni sul fronte della proposta, si ritrovano con 8 milioni e passa di voti in meno.
Non si dovrebbe nemmeno iniziare a discutere. I segretari Alfano (miracolato da Berlusconi) e Bersani (i miracoli si meritano) avrebbero dovuto dimettersi in un amen e invece uno dice che ha vinto, l’altro che ha pareggiato. Agghiaggiande.
Nel più classico dei Porta a Porta post-elettorali, Lupo de Lupis del Pdl discuteva come nulla fosse accaduto delle maggioranze variabili al Senato. Un arrogante del Pd si teneva stretti i due seggi e tre quarti «per cui siamo maggioranza, però relativa, ma non vogliamo sapere di Berlusconi».
Spettacolo orrendo e prevedibile al termine delle più scontate elezioni della storia (la prossima volta potete già usare i pronostici del gabbianone, basta spolverare i sondaggi con un po’ di bar) e alla vigilia della vera svolta delle prossime settimane: o Pdl e Pd si danno una mossa ma davvero – e fanno le riforme che 5Stelle non potrà mai fare…legge elettorale, come prima cosa, in una settimana – oppure il comico, ve lo meritate eccome ve lo meritate mentre state ancora lì a contare il mezzo punto, vi spazza via tutti. Perché la prossima volta Berlusconi si sarà stancato di salvare Alfano e Lupo de Lupis. E li manderà tutti affangrillo.