Magazine Cultura
Provo a ripubblicare sul mio blog questo magnifico album, che tanto mi fece esaltare alla sua uscita: vediamo se anche questa volta arriva la solita mail che mi ordina di torgliere il disoc per motivi di copyright!
C'è davver poco da dire su questo lavoro comunque. Qui bisogna immergersi nell'ascolto, magari con un buon paio di cuffie per cogliere tutto, ma proprio tutto quello che questa opera d'arte può offrire. Sapere che il gruppo si è riformato mi riempie di gioia!
Chiudete gli occhi e sognate! (1999 Nude)
I finali ultrasonici con cui Ultrasound quasi sempre chiudono i brani di questo bellissimo album d'esordio, finali in cui la band sembra scagliarsi sugli strumenti più che suonarli, in cui il delirio sonico sembra unica logica progressione (da cui la matrice prog rock innegabile) per trasporre in note la tristezza, la frustrazione, la disperazione, sono l'elemento "ultrasonico" più lampante all'interno di "Everything picture" ma non l'unico.
Già perché Ultrasound, al di là del rumorismo esasperato di certi passaggi, al di là dei muri di feedback alla My Bloody Valentine che erigono in alcuni momenti, hanno la capacità, sempre muovendosi all'interno di una chiara matrice rock, di sintetizzare e ricontestualizzare frammenti di esperienze rock del passato rimodellandoli a loro piacimento, secondo un'estetica del dolore, della sofferenza, dell'emozionalità, dell'eccesso, che fa di "Everything picture" un instant classic che appartiene a uno spazio temporale indefinito, dove presente, passato, futuro vengono azzerati.
Come?
Passando dal rumorismo venato di prog rock, trip hop e jazz di "Cross My heart" alla paranoia dei Pink Floyd di The Wall (in "Happy times"), dal glam alla David Bowie al rock'n'roll (in "Fame thing"), dalla ballata emozionale al synth pop kitsch degli anni 80 (in "Aire and calder"), dal glam alla disco (in "Same band"), dalla psichedelia alla ballata epica e barocca pensata per eserciti di violinisti, strizzando contemporaneamente l'occhio a gruppi come Joy Division, Velvet Undeground, Sonic Youth, My Bloody Valentine, Van Der Graaf e chissà cos'altro ancora.
Il risultato? Un disco epico, un caleidoscopio di suoni difficilmente catalogabile, originale e teso dall'inizio alla fine, che ancora una volta dimostra quanto il rock, se vissuto sulla pelle, se interpretato onestamente, ha ancora molto da dire. (http://www.rockol.it/)
- Cross my heart
- Same band
- Stay young
- Suckle
- Fame thing
- Happy times
- Aire and calder
- Dawn to dusk
- Floodlit world
- My impossible dream
- Everything picture
ULTRASOUND
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