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Umberto Eco, nuovo best seller

Creato il 17 febbraio 2012 da Lapulceonline

Eco, Il nome della ResaSecondo uno dei bene informati di Palazzo Rosso, pare che Umberto Eco, l’alessandrino più noto dopo Benedetta Parodi, stia preparando un nuovo libro destinato a sconvolgere non solo la letteratura nazionale ma anche la politica locale.

Protagonista un sindaco che ha i conti che non tornano, un assessore che se ne va, un rumeno che ha avuto problemi con la giustizia, un eurodeputato che si dimette, un figlio illustre che entra in giunta rompendo col suo partito che però ha rotto un po’ con tutti, un vicesindaco di cui non si hanno più notizie, un assessore ai marciapiedi che adesso si occupa di bilancio, tanto sempre di buchi si tratta.

Grazie ad alcuni confidenti molto bene introdotti, siamo riusciti a scoprire di più della trama.
Capitolo uno. Il nuovo sindaco di Paperopoli vince le elezioni e immediatamente si accorge che l’uomo designato a fargli da vice preferisce un ruolo importante alla Fondazione Cassa di Risparmio. Ripiega su quello che ha, potendo comunque contare su un braccio destro che lo segue come un’ombra, come un addetto stampa destinato a immediata defenestrazione.
Capitolo due. Dopo sopralluoghi in alcune delle case di riposo più rinomate della provincia, viene formata la giunta. Le relazioni locali si mescolano con quelle internazionali: continui interscambi con la Cina. Paperopoli, a caro prezzo, manda là cultura, la Cina manda qui, a prezzi stracciati, ristoratori, venditori di magliette e pallucchieli.
Capitolo tre. Sale al potere l’uomo che tutto può, un sovrano che non si tira indietro e affronta i problemi in prima persona, prendendoli di petto. Per questa caratteristica c’è chi lo attezza Re Petto. Da lui tutto dipende, dall’acqua per le rose al gas, alla cui canna Paperopoli pare destinata a trovarsi.
Capitolo quattro. Paperopoli è in preda a un assalto di creditori. Associazioni benefiche non possono più essere tali, perché senza soldi, la mensa dei poveri si è impoverita, varie società bussano alla porta per reclamare denaro. Per evitare che la gente si incateni a un ponte, per protesta, il ponte sul fiume viene buttato giù. Incentivati i corsi di nuoto.
Capitolo cinque. Allo strapotere dei governanti di Paperopoli, si oppone un’opposizione talmente unita, ma talmente unita che ogni tre persone ci sono almeno cinque modi differenti di agire. In attesa di combattere il mostro, il mostro continua ad alimentarsi, incurante di convegni radical chic organizzati dall’associazione Cottura e Malloppo, il più importante dei quali reca un titolo accattivante: “Centrosinistra si scrive centrosinistra o si scrive centro-sinistra?”.
Capitolo sei. C’è chi da Paperopoli va a Roma e chi dalla Calabria viene a Paperopoli. C’è chi va alla Camera e chi in camera di sicurezza (su questo capitolo, che sembra piuttosto delicato, pare ci sia il massimo riserbo, ma noi tutti come sempre siamo fiduciosi nell’operato della magistratura).
Capitolo sette. Paperopoli è in grave crisi, eppure tutti la vogliono governare: l’incatenato incallito, il nostalgico del potere, l’apparentato cronico, l’uomo che torna ogni cinque anni, l’iper fascista, l’iper comunista, quello che cade dalle nuvole, quello che sulle nuvole ci sale, la signora del partito che più diviso non si può ma che ha come slogan ‘Insieme’.

I successivi capitoli pare siano ancora top secret. Ma Umberto Eco, a un amico fidato – mentre mangiava la farinata e guardava su “Sky Bell’eVivo” la replica di Gelindo – ha rivelato il titolo di quello che si annuncia il suo nuovo best seller: “Il nome della resa”.


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