Eugenio Scalfari, anche se a volte prende qualche abbaglio…a chi non capita, è un grande giornalista, al quale noi poveri, piccoli pubblicisti guardiamo con una ammirazione infinita che confina con la venerazione.
Un grande giornalista, ovviamente, ha sempre riferimenti culturali alti, sommi autori che per la grandezza e l’originalità del loro pensiero rappresentano una guida sicura nell’interpretazione delle cose di questo mondo e anche dell’altro.
E’ qual è il faro la cui luce illumina le visioni terrene e ultraterrene di Scalfari? Domanda retorica. E’ Umberto Galimberti, signori, lo sa persino chi non legge Repubblica. L’erede di Severino, l’erede di Heidegger, il professore di antropologia culturale, di filosofia della storia, di filosofia morale, di psicologia dinamica e di chi più ne ha più ne metta. Ma soprattutto il prolifico autore di innumerevoli pubblicazioni, nelle quali rifulge l’originalità del suo pensiero, che rappresenta una delle massime vette dell’italica cultura a cavallo di due millenni.
Eppure, non ci crederete, c’è qualche pignolo, come Francesco Bucci, che mette in dubbio l’originalità dell’opera galimbertiana.
Secondo costui, “Bucci chi?” direbbe il sarcastico Barbapapà, Galimberti sarebbe addirittura il pontefice massimo del copia e incolla, tecnica della quale si sarebbe generosamente servito per infarcire le sue opere di testi altrui, senza neanche rielaborarli ma copiandoli di sana pianta, senza omettere neanche una virgola. Un andazzo, secondo il Bucci, che andrebbe avanti da decenni.
Ora ditemi voi, signori, che anche se non leggete Repubblica siete persone colte e civili, è mai possibile una cosa simile? Domanda retorica. Vi pare che sarebbe sfuggita a Barbapapà, all’inclito pubblico di Repubblica e soprattutto agli illustri colleghi del professore?
In tal caso sia Barbapapà, sia l’inclito pubblico di Repubblica, sia gli illustri colleghi di Galimberti sarebbero degli emeriti ignoranti. Sì, perché il Bucci sostiene che il professore non si sia limitato a fare qualche citazione, ma abbia talvolta scopiazzato sfacciatamente sino al 75% del contenuto dei suoi libri.
Noi non possiamo credere che il Vate di Repubblica e gli illustri colleghi del professore non si siano accorti di un plagio così macroscopico. Abbiamo già una pessima opinione dei nostri politici, dei nostri magistrati, dei pretacci, figuriamoci se dovessimo scoprire che anche i nostri filosofi e i nostri cattedratici si siano fatti prendere per il naso per decenni da una fotocopiatrice travestita da filosofo depositata su una cattedra. Come minimo dovremmo chiedere asilo politico in Libia.
Perciò non date retta ai pignoli e, mi raccomando, non fate la fila in libreria per comprare il libro di Bucci:
“UMBERTO GALIMBERTI E LA MISTIFICAZIONE INTELLETTUALE” Coniglio Editore – pagine 288 – prezzo di listino Euro 14,50.
Federico Bernardini
Illustrazione: Amanuense, fonte http://it.wikipedia.org/wiki/File:Escribano.jpg