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Umbria:matavitatau e le citta’ dell’olio e del vino

Creato il 03 aprile 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria
facciata abbazia S. Pietro di Bovara

facciata abbazia  S.  Pietro di Bovara

di Benedetta Tintillini

Olio e vino come deposito di antiche civiltà. E’ questo il filo conduttore della prossima attività organizzata dall’Associazione culturale Matavitatau di Todi in programma per il 14 aprile prossimo. I prodotti che più caratterizzano la nostra terra e legano l’attualità alla nostra storia più antica.

Nicoletta Bernardini accompagnerà gli appassionati in una passeggiata a ritroso nel tempo, a partire dalla visita alla famosissima e blasonata Cantina Arnaldo Caprai di Montefalco, dove la passione per la coltura dei vitigni umbri come il Grechetto ed il Sagrantino (che potranno essere degustati e

caprai
apprezzati insieme al Montefalco Rosso) va di pari passo all’attualità della valorizzazione dei prodotti ben oltre i confini nazionali; alla Cantina Caprai infatti, è stato assegnato il Premio Cantina Europea dell’Anno da parte della prestigiosa rivista americana “Winenthusiast”. Sarà possibile seguire le varie fasi della produzione, dalla visita ai vigneti fino al reparto di imbottigliamento.

L’abazia di S. Pietro di Bovara, costruita nel XII secolo dai Benedettini, è testimonianza di come, durante il medioevo, i monaci dedicarono le loro attenzioni agli ulivi in perfetto accordo con l’uso di reintrodurre la cultura di questa pianta da parte delle comunità monastiche. Il nome del luogo ha origine dai buoi allevati sulle rive del fiume Clitunno e molto apprezzati dagli antichi romani: il candore dei buoi di Bovara, secondo Plinio, era dovuto alle proprietà straordinarie delle acque del sacro fiume Clitunno. Bovara ebbe anche l’onore di una visita da parte di San Francesco, qui giunto con il discepolo Frate Pacifico.

olivo di S. Emiliano

olivo di S. Emiliano

Il viaggio attraverso la storia terminerà a Pietrarossa, dove è possibile ammirare i ricchi ritrovamenti archeologici dell’antico insediamento romano che diede origine alla cittadina di Trebia (l’attuale Trevi), passando per la vicina Carpiano, dove è visibile l’olivo più antico dell’Umbria, chiamato “Olivo di Sant’Emiliano” perché la tradizione vuole che abbia radicato nel luogo dove fu martirizzato il primo Vescovo di Trevi nel 303, sotto Diocleziano.

Un altro viaggio nella Meraviglia quindi, un’altra occasione per lasciarsi stupire dai tesori che la nostra terra, la nostra tradizione, la nostra storia sono continuano a regalarci.

Per informazioni ed adesioni: Nicoletta B. 3296161471

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/Matavitatau

 



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