Quant'è antica questa bandiera! Sembra che il tempo ne abbia cancellato il fascino e l'importanza, il significato profondo, lo spirito che la anima e la fa sventolare. I colori della pace ci tornano in mente ogni anno il 2 giugno, festa della nostra Repubblica. Il vezzo storico mantenuto ancora ieri, anche se in versione easy, è quello di far sfilare, con piglio virile, i rappresentanti di tutte le forze armate. Invece di una tranquilla passeggiata lungo i Fori Imperiali, con il solo scopo di mostrare alla gente incuriosita perché è necessario avere ancora sette, diconsi sette “armi”, sembra che i generali abbiano inteso lanciare messaggi che tendono ad accreditare la virtù militare come la virtù civile più alta. Nulla di più antistorico, soprattutto in un Paese che “ripudia la guerra” e che ha calpestato in una decina di occasioni, l'articolo 11 della Costituzione. Bella però questa bandiera. Bella e amata soprattutto perché mai un simbolo è riuscito ad avere i mille significati che i colori che mostra si portano appresso. Bella perché fa ritenere ancora una volta figlia di una cultura che la storia ha condannato, la rincorsa agli armamenti che la nostra nazione sta attuando come se dovessimo sederci al sole di un nuovo impero. E non è un caso che i fascisti amino missili e pistole, mitragliatori e aerei da bombardamento, maschere antigas e sfollagente hi tech di nuovissima generazione. Loro la guerra, pur non avendone vinta una, ce l'hanno nel dna. Noi immaginiamo un 2 giugno diverso. Si può? Pensiamo a tutti i musei aperti, non solo ai giardini del Quirinale. Pensiamo alla musica, al teatro, al balletto, al cinema gratis per tutti almeno un giorno, a servizi navetta che trasportano gli italiani nei luoghi che fanno del Bel Paese il Bel Paese, ai libri e ai cd musicali al 50 per cento, alle bande che svegliano paesi e città in un delirio di note musicali. Certo, queste cose non avrebbero il fascino del “passo d'oca” dei paracadutisti e dei lagunari, però volete mettere che botte di meraviglia! L'Italia che vorremmo è priva di F35 e di tutte le diavolerie intelligenti che fanno fare bella figura alle esercitazioni della Nato e che costano un fottio. La nostra Italia guarda al bello che c'è, ed è tanto, e che lascia al mare tutte le forme possibili di difesa. E poi, ci dobbiamo difendere da chi? Passa il tempo ma i cervelli bacati restano e mentre l'Europa ci dà ancora una volta i compiti a casa non capendo che è finita la stagione delle bacchettate, i destrorsi danno la dimostrazione che la Passera per loro è preponderante. Libero la scrive addirittura con tre “esse”: Passsera! Ed è tutto un bel godere.
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Un 2 giugno senza il “passo dell'oca”. La virtù militare e quella civile
Creato il 03 giugno 2014 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Quant'è antica questa bandiera! Sembra che il tempo ne abbia cancellato il fascino e l'importanza, il significato profondo, lo spirito che la anima e la fa sventolare. I colori della pace ci tornano in mente ogni anno il 2 giugno, festa della nostra Repubblica. Il vezzo storico mantenuto ancora ieri, anche se in versione easy, è quello di far sfilare, con piglio virile, i rappresentanti di tutte le forze armate. Invece di una tranquilla passeggiata lungo i Fori Imperiali, con il solo scopo di mostrare alla gente incuriosita perché è necessario avere ancora sette, diconsi sette “armi”, sembra che i generali abbiano inteso lanciare messaggi che tendono ad accreditare la virtù militare come la virtù civile più alta. Nulla di più antistorico, soprattutto in un Paese che “ripudia la guerra” e che ha calpestato in una decina di occasioni, l'articolo 11 della Costituzione. Bella però questa bandiera. Bella e amata soprattutto perché mai un simbolo è riuscito ad avere i mille significati che i colori che mostra si portano appresso. Bella perché fa ritenere ancora una volta figlia di una cultura che la storia ha condannato, la rincorsa agli armamenti che la nostra nazione sta attuando come se dovessimo sederci al sole di un nuovo impero. E non è un caso che i fascisti amino missili e pistole, mitragliatori e aerei da bombardamento, maschere antigas e sfollagente hi tech di nuovissima generazione. Loro la guerra, pur non avendone vinta una, ce l'hanno nel dna. Noi immaginiamo un 2 giugno diverso. Si può? Pensiamo a tutti i musei aperti, non solo ai giardini del Quirinale. Pensiamo alla musica, al teatro, al balletto, al cinema gratis per tutti almeno un giorno, a servizi navetta che trasportano gli italiani nei luoghi che fanno del Bel Paese il Bel Paese, ai libri e ai cd musicali al 50 per cento, alle bande che svegliano paesi e città in un delirio di note musicali. Certo, queste cose non avrebbero il fascino del “passo d'oca” dei paracadutisti e dei lagunari, però volete mettere che botte di meraviglia! L'Italia che vorremmo è priva di F35 e di tutte le diavolerie intelligenti che fanno fare bella figura alle esercitazioni della Nato e che costano un fottio. La nostra Italia guarda al bello che c'è, ed è tanto, e che lascia al mare tutte le forme possibili di difesa. E poi, ci dobbiamo difendere da chi? Passa il tempo ma i cervelli bacati restano e mentre l'Europa ci dà ancora una volta i compiti a casa non capendo che è finita la stagione delle bacchettate, i destrorsi danno la dimostrazione che la Passera per loro è preponderante. Libero la scrive addirittura con tre “esse”: Passsera! Ed è tutto un bel godere.
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