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Un Analista Finanziario a Mosca

Creato il 18 marzo 2013 da Fugadeitalenti

E’ tutto iniziato con una lettera. “Mio figlio ha concluso una carriera scolastica eccezionale. Ha appena compiuto 21 anni. Tra pochi mesi comincerà a lavorare in Russia. Fin qui la questione resta privata. Ma diventa di interesse pubblico, quando scopriamo che si è laureato con lode nella migliore università italiana, e non ha ricevuto un solo cenno di interesse da controparti del nostro Paese. Vi chiedo: cosa offrono veramente le aziende e le istituzioni italiane per trattenere i cervelli? O per indurli a tornare? Siamo sicuri di avere aziende in grado di battere la concorrenza estera? O siamo ormai già in Serie B???

Autore della missiva, è il padre di Neri Tollardo, 21enne Equity Research Analyst per Morgan Stanley a Mosca. Storia che inizia proprio in Russia, quella di Neri, che nella capitale della Federazione compie il ciclo di studi secondari, scoprendo un ambiente multiculturale, che lo porta ad essere “sempre aperto alle differenze che possono esserci tra varie nazionalità, sempre pronto a imparare anche da loro, per diventare una persona più completa, che possa avere successo in un mondo sempre più globalizzato“.

Dopo alcune candidature presso le università inglesi, purtroppo non andate a buon fine, Neri sceglie di tornare in Italia, per gli studi accademici. Si iscrive all’Università Bocconi di Milano, dove riesce a conseguire per tre anni consecutivi la borsa di studio per merito, grazie agli ottimi voti.

I problemi per Neri cominciano quando si affaccia al mondo del lavoro: in primis, lamenta lo scarso attivismo dell’ateneo nell’aiutare gli studenti a trovare stage lavorativi utili a preparare le carriere future. In secondo luogo, c’è pure il problema dello scarso interesse mostrato dalle aziende italiane nei confronti del suo profilo: per questo Neri si orienta verso le grandi banche di investimento internazionali, trovando una posizione di tirocinio presso Morgan Stanley. Lo stage a Londra è un sogno ad occhi aperti: viaggio pagato, tirocinio retribuito come se si trattasse di un neoassunto, offerta di lavoro alla fine del periodo di prova!

Lui però non accetta immediatamente, e chiede di tenere “congelata” l’offerta per un anno: nel frattempo frequenta un MSc in in Finance and Private Equity alla London School of Economics, al termine del quale -dopo cinque settimane di training nella sede di Londra- fima il contratto e parte per Mosca, dove si occupa a tempo pieno di metallurgia. “Mi sento valorizzato, apprezzato, l’azienda è riuscita a trasmettermi quanto credono nella mia crescita. Non per arroganza, ma mi chiedo come mai nessuna azienda italiana si sia fatta avanti con una proposta per me“, commenta con amarezza Neri.

Ospite della puntata è Stefano Caselli, prorettore all’Internazionalizzazione dell’Università Bocconi. Con lui commentiamo la storia di Neri, ma soprattutto riflettiamo su quanto il sistema-Italia sia reattivo nei confronti dell’assunzione e valorizzazione dei migliori talenti del Paese. Li facciamo scappare… e se sì, quale prezzo rischiamo di pagare, nell’attuale competizione per l’attrazione dei “cervelli”?

Nella rubrica “Expats” ospitiamo la terza puntata della nostra indagine sulle nuove testate italiane all’estero. E di come queste raccontino l’emigrazione dei nostri talenti più qualificati. Questa volta facciamo tappa in Svezia, per raccontarvi il giornale online Italienaren. Ce ne parla l’editore, Guido Zeccola.

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La discussione di marzo: Classe dirigente “zero tituli”, non qualificata in Italia… e classe dirigente altamente qualificata all’estero, con lauree e master importanti, ma spesso obbligata ad andarsene per mancanza di opportunità nella Penisola: non è questo il vero -drammatico- paradosso italiano? Come rimediare, come riportare al timone del Paese professionisti e talenti con i titoli e le competenze giuste? Facendoli rientrare dall’estero?

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Alla prossima puntata: sabato23 marzo, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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