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un anno di caffè su quest’isola di Arturo

Creato il 07 marzo 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

Quello di Elsa Morante è un libro emozionante e mi fa piacere scriverne le impressioni nel primo compleanno di questo blog. Tra pile di giornali vecchi e stracci per la polvere, tanti auguri a noi

di aldopalmisano

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Arturo è quasi solo su un’isola ferma nel tempo, è un bambino burbero come il padre ma audace come il quadro del viandante sul mare di nebbia: ha una scarpa sulla punta del presente, è torvo verso il torbido futuro e picchia la testa sul suo passato.

Cosa si nasconde dietro quella fitta nebbia che non si dirada mai? Chilometri e chilometri di cose, fatti, azioni a perdita d’occhio, ragazze amate, amici e segreti. Ci vuole un sacco di tempo per passare la valle, per mettere l’inchiostro fra gli spazi delle pagine, la giusta pazienza

A metà di tutto quel camminare, dietro tutto quel tempo, alle spalle di una piccola collina che quasi non vedeva all’inizio, Arturo scopre il regalo che la umile Nunziatella gli ha portato in dono quando è arrivata a Procida. Un nome, che “unico, solitario e inaccessibile era molto di più di un Re, del capo di tutto il santo esercito, del padrone del Paradiso”. Quel nome è protetto dalle preghiere, dai voti, dai baci che lei ogni giorno nel silenzio del palazzo lascia andare tra le stanze impolverate.

Arturo è un sognatore, ha passato tutta la sua infanzia a leggere i libri di avventura che trovava per casa, per questo motivo scopre la bellezza e la paura di Dio nel mistero custodito oltre le colonne d’Ercole: un tempo il mondo non era noto ancora, non tutto perlomeno; l’Europa regnava l’Africa e il medio Oriente, poi a un certo punto si fermava. Il grande e misterioso fra i confini, l’ignoto porto del ricordo, lo regnava Gibilterra regina dello stretto, delle colonne.

Le storie e i sogni e le persone, quando avevano esaurito le speranze, avevano almeno un luogo tanto lontano e affascinante da immaginare, da costruire nel modo migliore. Lì era il buio oltre la villa, la notte dopo il giorno, il silenzio fra i rumori; lì finiva tutto il tempo, tutti gli odori. Ma c’erano gli eroi che al posto del timore della morte sognavano l’odore delle vele gonfie e ora fra loro c’è anche Arturo che lì sogna i coralli, nudi sul petto bianco di Assuntina e l’amore che con lei ha imparato a fare.

Un giorno Arturo si sveglia presto, ancora non è alba; si mette la coperta sulle spalle ed esce fuori a guardare la natura. C’è un fresco odore di mare nell’aria, c’è la dolce umidità dell’inverno che gli ricorderà la sua isola quando sarà in giro per il mondo. Capisce, è arrivato il momento di partire, di lasciare quel suo posto in mezzo al mare dove la nebbia non c’è più e andarla a cercare fuori, oltre il molo, oltre il piroscafo, se sarà necessario oltre le colonne d’Ercole. Insomma, Arturo va in Erasmus.

Oggi a un anno dalle prime parole che Andrea ha scritto su questa pagina, possiamo dire di aver fatto molta strada. Chi è partito, è tornato alla sua isola cambiato; altri ragazzi hanno deciso di trasmettere su queste frequenze, molti ancora si uniranno finchè questo blog potrà essere libero, creativo, culturale.

Lo scopo più nobile e più audace che potevamo raggiungere era quello di costruire una piccola comunità. In parte ci siamo riusciti, perchè Failcaffè è letto da tante persone diverse fra loro; in parte possiamo ancora fare meglio, perchè per scrivere con noi non bisogna essere professionisti o intellettuali ma bisogna avere qualcosa da dire e bisogna avere voglia di metterla bene per iscritto.

In una comunità tutti quanti possono parlare e tutti quanti stanno ad ascoltare. A voi tutti le tastiere.

_SM14180, Myanmar, Burma, 02/2011, BURMA-10314


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