Un anno. Un viaggio. Una leggenda.

Creato il 22 giugno 2014 da L'Angolino Di Ale @LangolinodiAle

Amici miei, un anno fa a quest’ora io ed il mio maritino ci stavamo per sposare! Ecco qui il post con il quale vi annunciavo il lieto evento! È già trascorso un anno da quel giorno ma custodisco dei bellissimi ricordi di quella giornata ed anche del viaggio di nozze. Oggi vorrei rendervi partecipi di questo primo anniversario attraverso il racconto di questo splendido viaggio fatto insieme in un paradiso chiamato Polinesia Francese. Ma non starò a raccontarvi delle bellezze naturalistiche (marine e terrestri) o del lunghissimo viaggio in aereo. Anche perché potrei raccontarvi dei meravigliosi pesci colorati, dei cieli stellati mozzafiato (mai viste stelle così grandi e vicine), delle acque cristalline e dei sorrisi semplici e sinceri della gente del luogo.

Ma vorrei raccontarvi il nostro viaggio di nozze attraverso le immagini ed una leggenda. Tutte le sere, infatti, una graziosa donnina polinesiana veniva in camera nostra a darci la buona notte portandoci delle bottigliette d’acqua fresca ed un cartoncino con una leggenda scritta in francese (con traduzione in inglese a fronte). Una diversa ogni sera. Io, diligentemente, la leggevo e la conservavo tra le mie cose (così come le belle collanine di conchiglie che ci sono state regalate, come da tradizione polinesiana, come buona fortuna prima della partenza).

Ho letto la leggenda del Puhiri (ossia quella legata al grande guerriero emerso dalle acque), la leggenda di Taparii (legata alla custodia del Mana di Bora Bora. “Mana” significa forza, energia positiva) oppure la leggenda di Maraurau (risalente alla cultura Maori e alle origini del nome dell’atollo di Manihi, isola dell’arcipelago delle Tuamotu) e molte altre.

Oggi ve ne racconterò una (vi prego di non fare caso alla mia traduzione) :

La leggenda della perla nera

Tra le tante leggende, ho scelto proprio questa perché la perla nera è un simbolo tipico della Polinesia Francese ma anche, e soprattutto, perché questa leggenda affianca l’elemento della perla nera all’amore eterno <3"><3"><3 ed in questa giornata voglio sperare che sia proprio così.

Non c’era un filo di vento per miglia. Sul fondale giaceva un letto di ostriche. Improvvisamente, questa calma venne infranta dai forti colpi di pagaia di Tuamanu, figlio del Dio della Pioggia, ed anche dal rumore delle acque mosse dal giovane, tuffatosi in cerca del suo premio. Egli si avvicino al letto di ostriche, ruppe tre conchiglie e risalì rapidamente verso la superficie. Scosse la testa dando origine, attraverso gli spruzzi di goccioline, ad un magnifico arcobaleno.  Tuamanu tese la mano verso la bellissima ragazza seduta nella canoa. Lei era Maia, figlia del proprietario dell’isola. Ella prese il dono con un timido sorriso ed esaminò premurosamente l’interno della prima ostrica, nel quale trovò una superba perla color argento.

«Guarda, Tua» disse lei «È magnifica!»

«Sì, è vero ma mia madre, la Dea delle Nubi, ne ha molte altre uguali a quella nella sua collana. Apri un’altra conchiglia» disse Tuamanu.

Maia ci provò, cercando pazientemente di aprire l’altra preziosa madreperla, nella quale trovò una grande e bianchissima perla, delle dimensioni di una noce di macadamia. Scoppiò a ridere e disse :

«Tua, questa è più grande e brillante rispetto alla prima!»

«È vero ma non è ancora la perla che cercavo. Prova con la terza» rispose Tuamanu, pieno di speranza.

Maia la prese, la guardò in silenzio, e cercò di aprirla con cautela per non rovinarla. La sua mano si posò su un’enorme perla nera con alcune sfumature di verde.

«Hurrà! Lo sapevo!» esclamò Tua. Pazzo di gioia, balzò così selvaggiamente nella canoa che quest’ultima si rovesciò ed entrambi si ritrovarono in acqua. «Non farla cadere», gridò Tua.

Ridendo, Maia aprì la sua mano per mostrare la perla nera, grande quasi quanto un uovo e perfettamente modellata. Scintillava di tutti i colori dell’arcobaleno.

«Custodiscila gelosamente» disse Tua «e pensa a me ogni volta che la vedrai illuminata con tutti i colori dell’arcobaleno». Dopo queste parole, la baciò e scomparve. Maia lo cercò ansiosamente ma non lo trovò. Guardò, allora, la sua grandissima perla e vide al suo interno il volto raggiante di Tua, irradiato di cangianti riflessi di luce delicata. 

Maia sorrise confortata dal fatto che ogni volta che poserà il suo sguardo sulla perla nera, ritroverà Tua nei colori sfavillanti dell’arcobaleno

Trovo che questa leggenda, nella sua semplicità, racchiuda il significato di un amore eterno: quello di Maia nei confronti di Tua e quello dell’ostrica, la quale per proteggere il suo “cuore ferito” da un granello di sabbia, produce continuamente madreperla, fino a formarne le rotondità che tutti conosciamo.

Per oggi vi saluto e vi auguro di trovare (o di conservare) anche voi il vostro “amour éternel“.

A presto e Maururu (=grazie!)

Ale


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