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Un articolo inquietante

Da Diciannovemarzo
Su Repubblica.it ho letto un articolo abbastanza singolare dal titolo "Padri hacker e madri 007 così i genitori spiano i figli".
In breve, ma invito tutti a leggerlo per intero, l'articolo descrive come la nuova generazione di genitori è costretta a violare i pc,  i profili dei social network o peggio ad assoldare investigatori privati per capire come crescono e si rapportano con il mondo esterno i propri figli. 
I genitori coinvolti si giustificano per le "invasioni" nella privacy dei loro figli adducendo motivi legati al controllo della vita dei ragazzi, al fine di evitare brutti incontri e, visto che ormai la comunicazione verbale figli-genitori si è interrotta, cercano nuove strade per avere ancora un posto in prima fila, pertanto, molti di questi genitori hanno trasferito sul web le occasioni di incontro con loro.
Il discorso si ripete ed il problema è sempre lo stesso, come più volte ho ribadito nei precedenti post (dodici anni e padre consumista), dopo anni passati a negare la nostra presenza, improvvisamente ci accorgiammo che il nostro pargolo comunica meglio con il branco (a volte anche di sconosciuti) che con i suoi genitori.
Alcuni motivano questa mancanza di dialogo con l'onnipresenza del computer che porta all'isolamento e all'annullamento della conversazione.
 Personalmente, non sono d'accordo con questa teoria, anche perchè la volontà degli adolescenti di confidarsi più con gli amici che con i genitori ha radici vecchie come il mondo che nascono anche prima del pc.
I social network hanno cambiato la dinamica ma la sostanza è sempre la stessa, la classica frase, papà cinquantenne ad un figlio quattordicienne, " a' papà tu non capisci niente della vita" sicuramente non è stata coniata sul web.
Ribadisco, a costo di essere noioso, il problema non è il pc (oggi) o la televisione (ieri) o il bar (ieri l'altro), il problema, secondo me, sta nella mancata presenza costante nella vita dei bimbi da parte dei genitori e nella mancata fiducia da parte dei figli, fiducia che come il rispetto, non è innata nè un atto dovuto, ma si conquista piano piano, nel tempo...
Come sempre, aggiungo,  il guaio non sta nell'oggetto ma nell'utilizzo che se ne fa.
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/10/12/news/mamma_spia-23080765/?ref=HREC1-6

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