Cinica e dura in apparenza, ma in realtà fragile e insicura, Clara è legata a un giornalista, che non ama e vuole lasciare. Non riesce a dimenticare Rapha, il compagno della sua gioventù, diventato un artista geniale, con il quale ha vissuto un amore tempestoso e passionale.
Figlia di panettieri, Joséphine si è rifugiata fra le braccia di Ambroise, uno stimato chirurgo, conquistando un’elevata posizione sociale. Ma un’insoddisfacente vita amorosa la spinge, nonostante i tre figli, ad abbuffate di sesso con sconosciuti.
Lucille, la più raffinata e affascinante del gruppo, frequenta il jetset con il marito ricchissimo ma vanesio, che preferisce le battute di caccia in Scozia a lei, spingendola così a tradirlo. Madre di due figli, casalinga e saggia, Agnès sembra la più tranquilla: in realtà è tormentata da inquietudini che hanno profonde radici nel passato. Una sconvolgente rivelazione fa esplodere il dramma. E l’amicizia che da anni regna fra queste quattro donne rischia di spezzarsi per sempre.Katherine Pancol (Casablanca, 1954) giunge in Francia all’età di cinque anni. Dopo aver insegnato lettere classiche, è diventata giornalista, collaborando con «Paris-Match» e «Cosmopolitan».
Per Dalai editore ha pubblicato la trilogia di successo Gli occhi gialli dei coccodrilli, Il valzer lento delle tartarughe, Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì.
Sito dell'autrice: http://www.katherine-pancol.com/
*La mia recensione*
Katherine Pancol è una di quelle scrittrici con uno stile così particolare da risultare inconfondibile, un’autrice di cui ci si innamora nel giro di poche pagine perché consente al lettore di tuffarsi fin da subito nel clou della storia, o meglio delle storie, numerose vicende intrecciate in maniera magistrale, legate da un sottile filo rosso su cui corrono le passioni dei personaggi, molto diversi tra loro, ma tutti ugualmente intensi. Un ballo ancora, il quarto romanzo della Pancol pubblicato dalla Dalai (i primi tre erano una trilogia), non delude chi ha amato i precedenti; anzi, se possibile è ancora più magico, pervaso da atmosfere e riflessioni che solo parole scelte e incastrate con cura sono in grado di realizzare. La narrazione somiglia a una dirompente cascata che travolge all’unisono lettori e personaggi e porta con sé passato e presente, odi, amori, gelosie, passioni, peccati e bugie.La caotica complessità di questo “materiale di vita” è ben resa dai continui cambi di prospettiva che potrebbero spiazzare il lettore, disabituato al vortice di pensieri tipico dello stile dell’autrice, che spazia nella mente dei protagonisti passando dall’uno all’altro con naturalezza; sorprendentemente, invece, entusiasmano, ravvivano l’attenzione del lettore e tengono ben desto il suo interesse. Non mancano i colpi di scena, sapientemente diluiti in una trama che cambia continuamente sfondo e protagonisti, facendosi a tratti poetica, quasi malinconica, a tratti frenetica, didascalica, una sorta di inno alla vita che scorre troppo velocemente perché ci si possa permettere di non afferrare l’attimo, l’istante in cui tutto può cambiare.Protagoniste di questo romanzo sono quattro giovani donne, Clara, Joséphine, Lucille e Agnès, quattro amiche cresciute insieme in un sobborgo della Parigi degli anni Settanta. Diversissime per carattere, ambizioni e classe sociale, crescendo una a fianco all’altro imparano a condividere pensieri e desideri, occultando le reciproche, naturali piccole invidie dietro un affetto che sopravvive nel tempo. Ancora oggi le quattro amiche si ritrovano di tanto in tanto a casa di Clara, per cenare insieme e scambiarsi confidenze, anche se il tempo ha fatto di loro quattro donne, mogli e madri persino più diverse di un tempo. Clara si è legata a un uomo che non ama nel tentativo di esorcizzare l’amore distruttivo e indistruttibile che prova per Rapha, il suo ex-fidanzato, l’uomo che conosce fin da bambina, quando, anch’egli ragazzino, giocava con lei e le sue amiche nel cortile del condominio in cui sono cresciuti. Joséphine ha sposato Ambroise, un chirurgo benestante ed egocentrico che le garantisce un tenore di vita elevato ma non quel calore che la donna ricerca costantemente tra le braccia di altri uomini... (continua a leggere su La bottega di Hamlin)