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Un’altra idea di poco conto

Da Villa Telesio

Maltese Falcon 3

Arianna voleva fotografarlo mentre si caricava di sigarette ed ossicodone, non proprio in quel momento chiaro, ma il risultato era lo stesso.

-Perchè sai ho questa idea in mente, un’opera con me al centro e un uomo che mi stringe da dietro, tu insomma. Facciamo degli autoscatti,come stai?

Non era riuscito a seguire completamente il film, senza sottotitoli il Falcone Maltese era difficilmente digeribile, poi vabbeh aveva fumato Camel e si era ripromesso di finirlo.

- Non sento la schiena, rispose Marcello con le mani sulle ginocchia e la schiena dritta come se l’avessero impalato.

- Ti dispiace se le facciamo da te in camera tua? da me c’è macello.  Marcello, dal canto suo soffriva. Dopo due settimane vegetative e di puro dolore aveva trovato la sua routine di droghe: Valium, ossicodone, naprossene(funzionava poco), ibuprofene o al massimo due tachipirine da duecento milligrammi. Ci fumava sopra e quando tossiva bestemmiava.

- Ho questa idea che mi frulla in testa, un opera testuale, nel senso della texture, voglio un quadro pop, con me al centro, sai le donne e il loro potere fragile, poi tu che mi stringi, l’uomo.

Dizzy Gillespie non aveva pietà, un sincopato martellante, Boston in una Notte di Tunisia, 52esime strade in una processione di linee nella testa di Marcello.  Suonala ancora Dizzie andava ripetendosi mentre il disco continuava a girare, soltanto che la sua Casablanca non era in Marocco ma in una piccola stanza in Tunisia, o meglio, vicino al porto di Boston.

-   Senti questa, si chiama Anthropology, ti piace?

-   Da te è meglio, rispose Arianna, certo però che c’è una puzza strana qui, non trovi?

Kwuan Kwun metallico guardava i due discorrere di bebop e arte, o meglio Marcello lo faceva, lei sproloquiava ed a guardarli c’era solo una statuetta dorata presa a China Town.

-   Ok tesoro facciamo questa cosa, dammi solo un attimo che per alzarmi la schiena mi si spezza in mille schegge d’ossa.

-   Ti devo dare una mano? No grazie faccio da solo. “Mi faccio schifo perlamadonna, sembro un vecchio artritico”….ok..ci dovrei essere…cazzo..va bene ecco…Cubana be, Cubana Bop…cubana come un flusso, cubana americana.. “perchè non posso ascoltarlo in pace?”

Mentre lui la stringeva e la macchinetta digitale presa in prestito scattava foto pop Marcello andava pensando che per quanto potessero essere fottutamente pop non erano sicuramente bop.

Arianna si faceva stringere ed era contenta di essere un artista ma più di tutto era eccitata al pensiero di essere stretta e toccata da un drogato occasionale come era Marcello dolorante.

Nelle foto si impressionava la faccia dell’uomo erotico, sensuale, Noir, ma nella mente di Marcello passavano altri pensieri

-   “Gli staccherei la spina dorsale a morsi cazzo, gliela staccherei solo per metterla al posto della mia, giuro che lo farei, posso soffrire a questo modo solo per fare dell’”arte”? Glielo metto nel culo, si glielo metto nel culo in modo da collegare la mia spina alla sua, faccio passare le vertebre per il cazzo. “

 

-   Ecco, ora metti il braccio qui, deve sembrare che mi vuoi come, come strappare capisci?

-   “ Vorrei fare una doccia, ho i polmoni pieni di fumo e magari il vapore dell’acqua…poi il caldo non so, può farmi bene”

-   Perfette Marcello, sono venute benissimo

-   Sono felice, posso rimettermi seduto, sai la schiena, mi fa ancora male

-   Certo, grazie mille sweetheart, senti sto uscendo, ti serve qualcosa?

-   Esci? Si, una birra grazie, ho la gola secca, le medicine e il fumo mi stanno seccando da dentro.

-   Una birra? Ma non ti farà male con tutto quello che prendi?

Marcello non rispose, la fissò e basta.


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