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Un bar di poche parole e molti segni

Da 19stefano55

Al bar le parole fanno parte del motivo per cui si entra: si chiacchiera con la/il barista e spesso con la battuta pronta, ormai si ordina i più svariati aperitivi (aperi-pesce!) che con 15-17€ sostituiscono la cena a costi impossibili per i più!

Ma per i disabili non solo i prezzi sono di ostacolo a partecipare ma anche la loro diversità e quindi ben vengano iniziative intelligenti e che possono anche avere una sostenibilità sociale ed economica.

Nel 2005 ne era stato aperto uno a Roma in pompa magna con il sindaco Veltroni, oggi con meno trionfalismo ma con più concretezza è avvenuto, di recente, a Bologna.

Si chiama “Senza Nome” , gestito da sordi,ed è situato nel centro Storico. Si può scrivere l’ordinazione su un fogliettino oppure praticare il metodo della LIS. Ovviamente è un luogo di integrazione e di nuove esigenze per ritrovarsi, infatti il bar è solo il primo approccio poi l’ambiente è ricco di servizi . Oltre ai tavoli per bere e gustare i piatti della tavola calda ci sono un angolo per la lettura, un cortile interno, tavolini esterni per il periodo estivo, uno spazio dedicato alla musica live, una sala per mostre e corsi di Yoga, Shiatzu, Capoeira, ecc..

Ovviamente c’è una bella rete di amici (infatti molti piatti portano il loro nome) e c’è un collegamento con l’agricoltura sociale sulla fornitura di vino chianti (consigliato) , della fattoria La Muraglia di Monteriggioni, dove utilizzano nell’azienda agricola anche alcuni lavoratori sordi.

Chi passa a Bologna e ama l’innovazione sociale …può  degustare un bel caffè molto corretto!

Un bar di poche parole e molti segni



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