Un caleidoscopio di popoli ed
ambienti: il Camerun(seconda parte)
Salve inguaribili viaggiatori,
continuo oggi la descrizione del Camerun, con l’itinerario da Morosa a Garoua che è diviso in tre tappe.
Chi si fosse perso la prima parte, basta che clicchi su: Un caleidoscopio di popoli ed ambienti: il Camerun (Prima parte)
La prima tappa è un percorso ad anello attraverso il Parco Nazionale di Waza.
La seconda un tragitto, fra villaggi senza tempo e paesaggi vulcanici da Moroua a Garoua.
La terza ancora un percorso ad anello da Garoua, nel lamidato di Rey Houba, Il regno più tradizionalista del Camerun e nel Parco Nazionale de la Benoué.
L'itinerario si volge In parte su strade asfaltate ed in parte su piste in terra battuta. Anche se non indispensabile, è meglio realizzarlo con un veicolo a 4 ruote motrici, soprattutto per le piste di montagna.
Prima tappa: l'estremo nord
Il nostro itinerario parte da Maroua, il capoluogo dell'estremo Nord del Paese, che raggiungiamo In aereo da Douala o Yaoundé, dove atterrano i voli internazionali.
La città, cresciuta attorno al fiume Mayo Kaliao, deve il suo nome a Bi-Marva un capo dell'etnia Giziga che si stabilì in queste regioni in epoca preislamica. La città non offre grandi attrattive turistiche, ma può risultare interessante una visita al palazzo del lamido locale.
I lamidati, che si trovano in tutto il territorio settentrionale del Camerun, sono degli antichi regni (sultanati) creati dai pastori fulbe. Convertitisi all'lslam verso la fine del XVIII secolo, i fulbe o fulani si espansero dalle originarie regioni saheliane verso la Nigeria ed il nord del Camerun, sconfiggendo e cacciando sulle montagne le popolazioni autoctone che si rifiutavano di abbracciare la nuova fede.
La visita al palazzo del lamido sarà particolarmente interessante se avverrà in concomitanza con una delle cerimonie che si svolgono con la presenza dei cavalieri che si lanciano in sfrenate corse con i cavalli bardati alla stregua dei tornei medievali. Fu proprio la cavalleria l'arma vincente nelle pianure alluvionali della regione.
Lasciamo Maroua in direzione nord lungo l'unica strada asfaltata di questo lembo di territorio stretto fra la Nigeria a ovest ed il Ciad a est.
Lungo il percorso troviamo i primi contrafforti della catena dei monti Mandara, che segnano il confine con la Nigeria sulla sinistra, mentre sulla destra si delinea sempre più un paesaggio di savane, che ci accompagneranno fino al Parco Nazionale di Waza.
Dopo 60 km raggiungiamo la cittadina di Mora, dove si svolge un piacevole mercato settimanale con le donne degli accampamenti peulh, che giungono in città per vendere il latte delle proprie mandrie.
Ma l'elemento più interessante della zona di Mora è il villaggio di Oudjilla, (foto sotto) che si raggiunge con una breve deviazione di un paio di km lungo una pista piuttosto sconnessa che si inerpica sulla montagna.
Il villaggio è abitato dall'etnia podoko, rimasta fedele alla religione tradizionale. L'anziano capo villaggio sarà orgoglioso di farvi visitare il saré, l'insieme delle abitazioni in fango dove abitano le sue 40 mogli.
Tra gli intricati labirinti delle abitazioni si trova anche una piccola stanza dove viene nutrito e accudito con grande riguardo un bue che sarà poi sacrificato durante l'annuale cerimonia di iniziazione dei giovani del villaggio.
Altri 60 km di strada asfaltata oltre Mora e arriviamo all'ingresso del Parco Nazionale di Waza, 170.000 ettari di foreste, savane e pianure erbose dove si possono avvistare antilopi, elefanti, giraffe e, se si ha un po' di fortuna, leoni.
Si attraversa il parco da nord-est verso sud-ovest per raggiungere il villaggio di Pouss lungo una pista di sabbia che si trasforma in strada asfaltata verso il lago artificiale di Maga.
Se arrivate a Pouss il martedì potrete godere del bellissimo mercato settimanale frequentato da diverse etnie con molti mercanti che arrivano dal Ciad attraversando in piroga il fiume Logone. A Pouss si trovano ancora alcune case a "obice". Si tratta di abitazioni tradizionali in bancò (fango crudo misto a paglia) dalle elaborate decorazioni, realizzate dagli abitanti di etnia Mousgum originari del luogo. La pista per tornare verso Maroua inizia costeggiando il grande lago Maga formatosi dopo la costruzione di una diga.
Seconda tappa: i monti Mandara
Punto di partenza: Maroua
Punto di arrivo: Garoua
Lunghezza: 296 km
Ripartiamo da Maroua in direzione ovest lungo un itinerario che ci porterà verso i monti Mandara, uno dei luoghi più spettacolari del Paese, al confine con la Nigeria.
Lasciamo Maroua in direzione del villaggio di Meri lungo una pista che sale lentamente verso le montagne, dove si trovano innumerevoli villaggi di capanne in fango dai tetti di paglia, che hanno mantenuto intatte le loro credenze nelle religioni tradizionali. Questi minuscoli agglomerati si trovano spesso arroccati su dirupi che dominano le valli verso la Nigeria, da cui arrivarono gli invasori musulmani con i loro cavalli incapaci di arrampicarsi sui monti.
Uno dei punti più belli di questa prima parte di itinerario lo incontriamo in prossimità del colle di Koza, dove tra i villaggi circondati da campi di miglio e di mais si trova anche un forno dalla curiosa forma antropomorfa. Qui i fabbri, una casta allo stesso tempo temuta e disprezzata nelle società africane (moltissimi racconti dei cantastorie africani parlano di fabbri temuti come maghi, perché conoscono il segreto del fuoco e dei metalli), riescono a raggiungere le altissime temperature necessarie alla fusione del ferro.
Alla sommità del colle si trova anche una piccola cooperativa di artigiani che si finanziano vendendo oggetti prodotti localmente. Si scende dal colle di Koza per raggiungere il centro di Mokolo, porta d'ingresso ai monti Mandara. Da Mokolo si segue la pista che scende verso sud costeggiando la frontiera con la Nigeria.
Una breve deviazione proprio sul limite del confine ci porta al villaggio di Tourou. Anche in questo villaggio bisogna arrivare nel giorno di mercato, che si svolge il giovedì.
In questa giornata le donne di etnia hidé si recano al mercato indossando, oltre ai classici abiti multicolori di tessuti stampati, curiose e bellissime piccole zucche decorate come copricapo.
Le decorazioni non sono casuali, ogni disegno rappresenta un particolare messaggio, che la donna manda agli altri abitanti del villaggio. Le zucche poi si trasformano in comodi recipienti per bere la birra di miglio, molto apprezzata dalle popolazioni animiste che abitano queste montagne.
Infatti nel tardo pomeriggio, quando il mercato volge al termine, non sono molti gli abitanti che possano dirsi sobri nel momento in cui rientrano al proprio villaggio.
Si ritorna sui propri passi e si prosegue lungo una pista che serpeggia tra le colline In direzione di Rhumsiki nel cuore di quella che viene comunemente definita la Monument Valley d'Africa.
Il villaggio di Rhumsiki è al centro di una vasta zona di picchi vulcanici che si innalzano da un altopiano ricco di pascoli verdeggianti durante la stagione delle piogge. I prati si tingono invece di giallo con gli arbusti rinsecchiti durante la stagione secca.
E’ la regione dell’etnia kapsiki, un’etnia di agricoltori rimasti in gran parte legati alla tradizione, in cui le cerimonie di iniziazione e i funerali si svolgono seguendo complessi cerimoniali tanto spettacolari quanto incomprensibili agli occhi dei viaggiatori.
Una delle curiosità da non perdere di Rhumsiki è senz'altro l'indovino del granchio. Un anziano signore dall'aria sorniona che consulta un granchio di fiume parlandogli come ad un telefono cellulare prima di posizionarlo dentro una calebasse (zucca tagliata) piena di sabbia e legnetti.
Dopo averla ricoperta, si attendono alcuni minuti prima di togliere il coperchio e il percorso del granchio rivelerà all'indovino le risposte ai quesiti dei clienti.
Sebbene ad una prima impressione il tutto sembri una semplice attrazione turistica, l'indovino gode di una grande reputazione tra tutti gli abitanti della regione e sono moltissime le persone che vengono a consultarlo per avere una risposta ai loro problemi.
Se avete tempo e voglia di camminare per qualche ora, c'è anche la possibilità di farsi accompagnare lungo il sentiero che porta alla sommità del pinnacolo più vicino al villaggio, per godere una panoramica eccezionale sulle valli circostanti. Da Rhumsiki, si prosegue sempre sulla pista che scende verso sud costeggiando le montagne fino a raggiungere il grosso centro abitato di Garoua.
La continuazione del mio racconto sul caleidoscopio di popoli ed ambienti che è il Camerun, lo potete leggere su: Un caleidoscopio di popoli ed ambienti: il Camerun (terza ed ultima parte)
Alla prossima meta.
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it
SCHEDA TECNICA CAMERUN
Per ulteriori informazioni:
Ambasciata del Camerun in Italia,
via Siracusa 88, Roma, tel. 06.44291285,
Email: [email protected]
Siti Web:
Ente del turismo del Camerun: www.cameroun-infotourisme.com (in lingua inglese e francese)
Ambasciata del Camerun in Italia: www.cameroonembassy.it
Come si raggiunge:
In aereo:
Sono molti i voli aerei che collegano l’Europa con il Camerun e se siete degli inguaribili viaggiatori fortunati, potete trovare dei voli lastminute a prezzi molto bassi.
In treno:
L'unico collegamento ferroviario internazionale è con la Repubblica Centroafricana (Belabo, 200 km a nord-est di Yaoundé).
Ambasciata:
Ambasciata italiana in Camerun
Quartiere Bastos
B.P. 827 Yaoundé
Tel.: +237 22203376 / 22212198
Fax: +237 22215250
email: [email protected]
Web: www.ambyaounde.esteri.it
Consolato Onorario a Douala (Camerun)
Vice Console Onorario MAURO BATTISTELLA
1440, AVENUE DU DOCTEUR JAMOT – AKWA - DOUALA
Tel. 00237 3342 50 27 / Fax. 00237.3342 97 81
e-mail: [email protected]
Documenti: Ai cittadini italiani serve il passaporto con sei mesi di validità e visto turistico da richiedere all'Ambasciata del Camerun a Roma.
Per maggiori informazioni sui tempi, costi e procedure di rilascio dei visti contattate:
Ambasciata del Camerun in Italia:
Via Siracusa, 4/6
00161 Roma - Italia
Tel: +39 06 44291285 - Fax: +39 06 44291323
Email: [email protected]
Web: www.cameroonembassy.it
Fuso orario: Il Camerun ha lo stesso fuso orario dell'Italia, con un'ora in meno quando da noi è in vigore l’ora legale.
Voltaggio energia elettrica: 220 V (50 Hz)
Valuta: In Camerun la moneta è il franco CFA dell'Africa Centrale. Il suo cambio è fisso con l'euro. 1 euro equivale a 655 CFA
Vaccinazioni obbligatorie: febbre gialla.
Vaccinazioni consigliate: difterite e tetano, epatite virale A, epatite virale B, febbre tifoide, meningite meningococcica, rabbia, poliomielite.
Periodo consigliato: inverno primavera autunno.